Tutto pronto a Barcellona per l’ultimo atto dell’edizione 2018 dell’ATP 500 catalano, ad affrontarsi in finale saranno lo spagnolo Rafael Nadal, alla sua undicesima finale consecutiva, e il greco Stefanos Tsitsipas, al primo grande risultato della carriera.
Il diciannovenne ateniese, n. 63 del mondo, è chiamato ad un esame di maturità abbastanza proibitivo contro il dominatore assoluto della terra battuta, un Nadal che può vantare un record di 44 set vinti consecutivamente sul rosso. Il risultato della finale odierna, dunque, vista anche la differenza di esperienza tra i due giocatori, sembra scontato.
Questo, però, non deve assolutamente impedirci di sviluppare qualche spunto tecnico e tattico, non tanto sul gioco di Rafa, che, ormai, conosciamo alla perfezione, quanto su quello di Tsitsipas, vera e propria rivelazione del torneo di Barcellona. Il giovane greco ha stupito soprattutto per il suo straordinario feeling con la terra battuta, una superficie sui cui si pensava potesse faticare maggiormente ad esprimere il suo tennis.
Dotato di un ottimo servizio e di due buoni fondamentali, tra i quali spicca sicuramente uno splendido rovescio ad una mano, Tsitsipas, anche per la sua statura (1,93 m) e per la potenza e l’aggressività dei suoi colpi, sembrava un giocatore più adatto alle superfici rapide, solitamente preferite da giocatori così possenti; tuttavia, il miglior tennis del greco finora si è visto proprio sulla terra battuta, soprattutto per merito di un’interpretazione moderna del gioco su questa superficie, unita ad una mobilità inaspettata per un ragazzo così alto. Il motivo di un rendimento così positivo sul rosso è abbastanza complicato da spiegare, anche se si potrebbe azzardare un’interpretazione; probabilmente, il fatto che la terra battuta non consenta una chiusura rapida dei punti, come, invece, può spesso accadere sul cemento, ha, in un certo senso, “responsabilizzato” il talento del greco, limitandone in parte l’estro, ma costringendolo a migliorare a livello di continuità e di concentrazione.
Sulle superfici rapide, paradossalmente, non ha ancora acquisito la giusta sicurezza e tende a sbagliare molto, peccando spesso di fretta ed eccessiva frenesia. Tsitsipas sembra aver impostato un percorso di maturazione completamente diverso da quello della maggior parte dei suoi coetanei, ha preferito disciplinare il suo gioco e il suo talento per acquisire esperienza e solidità, piuttosto che affidarsi solamente sulla qualità del suo braccio e dei suoi colpi. Se il greco riuscirà ad equilibrare all’interno del suo gioco la fantasia e la continuità, potrebbe candidarsi seriamente ad occupare un posto di primo piano nel tennis del futuro.
La partita di oggi contro Nadal sarà un primo importante scoglio per capire a che punto è questo processo di crescita, anche solo strappare un set al maiorchino, viste le sue irreali statistiche, sarebbe un successo clamoroso.