Atp Bastad: Robredo infrange i sogni di Zverev, scontro in finale contro Benoît Paire

Oggi sono terminate le semifinali dello SkiStar Swedish Open, con sede a Bastad. Da una parte, il veterano spagnolo Tommy Robredo, n. 21 al mondo, ha segnato la parola fine alla corsa del diciottenne Alexander Zverev, superandolo con un netto 6-3 6-4 e conquistando la ventitreesima finale in carriera. Dall’altra, l’istrionico francese Benoît Paire ha offerto un’altra grande prestazione, estromettendo l’uruguaiano Pablo Cuevas, campione uscente del torneo, per 6-4 6-3.

Quella tra Tommy Robredo e ‘Sasha’ Zverev può essere interpretata come metafora di una lotta tra generazioni: il passaggio di consegne dei tennisti più anziani ai giovani che strepitano e avanzano, pur inevitabile, è molto più arduo di quanto si possa credere. Tommy Robredo, classe ’82, forte della sua maggiore esperienza, ha battuto con grande autorità uno Zverev oggi incostante e visibilmente nervoso rispetto ai match precedenti, specie quella di ieri contro il brasiliano Thomaz Bellucci.

Il diciottenne tedesco è ormai una certezza, nel torneo Atp, dove esce con la seconda semifinale conquistata nel circuito pro, dopo quella ottenuta l’anno scorso nella ‘sua’ Amburgo. Dall’altra, Tommy – chiamato così dal padre in omaggio a un celebre album degli Who, conferma la sua grande competitività nel tour conquistando la prima finale della stagione, la terza a Bastad, dopo quelle vinte nel 2006 e nel 2008 (rispettivamente contro Davydenko e Berdych).

Sulla carta poteva essere una partita molto equilibrata, con Zverev che si è trovato avanti in entrambi i parziali. Nel primo ottiene quasi immediatamente il break di vantaggio, volando 2 a 1, ma poi subisce il contro-break immediato e subisce la reazione dello spagnolo, che strappa nuovamente il servizio – complice un doppio fallo del tedesco, e vola 5 a 2, prima di chiudere per 6-3.

Se il tedesco sbaglia molto dal fondo, mette poche prime al servizio ed è inefficace nelle seconde (da questo colpo ottiene appena il 17% dei punti), d’altra parte Robredo riesce a mettere in scena un tennis brillante, fatto di variazioni e rovesci in diagonale, spiazzando il gioco pulito e aggressivo di Zverev, che spesso va fuori giri e mostra evidenti segni di rabbia. La musica non cambia nel secondo set: il tedesco parte di nuovo in vantaggio per 2 a 0, ma non riesce a tenere il servizio e, alla terza occasione, permette allo spagnolo di riagganciarlo. In vantaggio 4 a 3, il valenciano riesce a mettere il piede sull’acceleratore e guadagnare il break alla prima occasione, per poi chiudere per 6-4.

Era da novembre 2014 che Tommy non conquistava una finale: esattamente da quell’epica finale sul cemento della sua Valencia, dove dovette cedere – dopo tante occasioni sprecate e una partita piena di colpi di scena – lo scozzese Andy Murray.

Domani Tommy, per conquistare il titolo, avrà un avversario sulla carta sfavorito, ma pure imprevedibile. Il francese Benoît Paire, n 67 al mondo e una stagione finora non molto esaltante, qui a Bastad ha giocato un torneo incredibile, battendo in serie Goffin, Istomin e Cuevas, senza perdere nemmeno un set.

La vittoria odierna sullo specialista terraiolo Pablo Cuevas, n. 25 del mondo e campione nel 2014 (in finale contro Sousa), ha confermato la sua forma fisica e la sua maturità mentale, ben lontana da quella di bad boy incostante e irascibile che avevamo imparato a conoscere alcuni anni fa.

Nel primo set, dal 2-4 per Cuevas, Paire ha messo in serie 4 game consecutivi, grazie a rovesci chirurgici e angolati dal fondo e una grande capacità di chiusura a rete, rendendo vana la difesa arrotata di un Cuevas sempre più spaesato. Nel secondo parziale la musica non cambia: il 29enne argentino è sempre più nervoso e inizia a regalare contro un Paire inaspettatamente molto lucido e concentrato. Nel secondo gioco strappa il servizio con un vincente di rovescio e poi tiene il turno di servizio a 0; dal 3 a 1 arriva la reazione dell’uruguaiano fino al 3 pari, ma è solo un fuoco di paglia. Da lì ricomincia lo show di Paire, che diverte e incanta il pubblico svedese, prima di chiudere con una pregiata volée di rovescio.

La finale di domani si presenta eterogenea e potenzialmente molto interessante: due tennisti di grande eleganza, ma con stili e carriere molto diverse. Da una parte, il veterano affermato che sembra aver fermato il tempo, dall’altra parte l’eterno giovane bad boy, che giovane giovane più non è, e ha bisogno di una scossa per dare una svolta positiva al suo percorso: domani potrà farlo, conquistando il suo primo titolo Atp, dopo quelle perse con Andreas Seppi a Belgrado nel 2012 e con Richard Gasquet a Montpellier nel 2013.

Tra Paire e Robredo un unico precedente, vinto dallo spagnolo sulla terra di Casablanca, in tre set. Ma domani sarà tutta un’altra storia.

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