Un Grigor Dimitrov irriconoscibile. Lo avevamo imparato a conoscere come il presunto “baby-Federer”: uno stile elegante e spettacolare che molto ricorda del campione svizzero, unito a un bel viso e atteggiamenti composti e pacati. Una rappresentazione di un Grigor ben diversa da quello visto oggi, che come il miglior Safin ha mostrato tutto il suo nervosismo imprecando, gridando e distruggendo ben tre racchette. Uno spettacolo insolito, che ha messo in luce la sua fragilità mentale, uno dei motivi per cui il talentuoso bulgaro non è mai riuscito a salire davvero nei posti che contano della classifica del ranking Atp. Sicuramente è stato per questo che il 24enne Grigor, n. 29 del mondo, oggi ha perso una finale già vinta contro l’argentino Diego Schwartzman, indefesso e ammirevole giocatore, ma di livello molto più basso (ora è n. 61 del ranking).
Dimitrov, dicevamo, era ad un passo dal conquistare il suo quinto titolo in carriera, il secondo sulla terra rossa. Davanti al pubblico di Istanbul, Turchia, il tennista di Haskovo si trovava avanti 7-6 5 a 2 e 30 pari, a due punti dal match. Nel primo set aveva faticato, ma ormai l’indomito Schwartzman sembrava domato e chiudere la pratica pareva una semplice formalità. L’argentino riesce però a tenere il servizio e nel game successivo riesce a strappare il contro-break, rimontando da uno svantaggio di 0-30. Con coraggio e ardimento, il 23enne di Buenos Aires ha iniziato a crederci, approfittando di un avversario troppo rilassato, che già forse si vedeva con il trofeo in mano e il bel sorriso davanti ai flash dei fotografi. E invece no. Quella che doveva essere una giornata di trionfo si è trasformata forse nel peggiore capitolo della carriera di Grigor Dimitrov, sotto tutti i punti di vista.
Un vero psicodramma, quello del bulgaro. Tre racchette distrutte, tra i secondo e il terzo set. La prima “rottura” gli costa un warning, la seconda un penalty point. L’ultima, a match ormai finito, quando Grigor si trova sotto 5-0 nel parziale conclusivo, gli costa un game penalty da parte del giudice di sedia Mohamed Lahyani, decretando automaticamente il primo titolo Atp in carriera per Diego Sebastian Schwartzman.
Nel secondo set l’argentino, dicevamo, ha trovato il coraggio di mettere in fila 3 game consecutivi e riacciuffare il bulgaro, che viene preso dal panico. Sul 5 pari e 30-30 durante un movimento di dritto Dimitrov cade e si fa male alla gamba destra. Si rialza e tiene il servizio, grazie anche a quattro provvidenziali palle corte. L’argentino, rinvigorito dalla sua stessa reazione, non ha problemi ha tenere il turno di battuta e passare al tie-break, dove approfitta dei dolori dell’avversario per dominare la frazione e portare le sorti del match al terzo. Le sorti del bulgaro sembrano ormai definitivamente compromesse. Il parziale decisivo è infatti un monologo di Schwartzman, che passa avanti 5 a 0 in poco più di 25 minuti. Qui la terribile conclusione dello psicodramma di Dimitrov il quale, dopo aver sfiorato il successo con un dito, sprigiona tutta la sua esasperazione distruggendo con violenza una racchetta. Che gli vale un gioco di penalità e l’automatico 6-0 in favore dell’avversario. Game, set, incontro.
A volte il tennis è molto crudele, si sa. E Grigor ne ha fatto le spese, anche se la colpa è stata soltanto sua e della sua fragilità mentale ed emotiva, oltre a quella fisica, che gli sta precludendo molti risultati e rischia di farlo rimanere l’eterno “bimbo prodigio”, bello e incompiuto. Dall’altra parte, sarebbe ingiusto non rendere merito a Diego Schwartzman, eccezionale esempio di professionalità e forza di volontà. Il suo tennis non è esteticamente gradevole come quello di Dimitrov, ma è infinitamente più concreto, e la sua mente è una roccia. Se non così non fosse, non sarebbe stato in grado di recuperare un match quasi perso e di crederci sempre, fino al meritato trionfo. Autore di un torneo eccezionale, il 23enne Diego Schwartzman ha ricordato agli spettatori turchi che la mezza impresa ottenuta l’anno scorso, quando era riuscito a strappare un set a Sua maestà Roger Federer, non era di certo un caso. Gloria per lui, dunque, che festeggia il suo primo titolo avvicinandosi ai top-60 a pochissime posizioni dal suo best-ranking al n. 57, raggiunto nel 2015.
Nell’altro Atp 250 della settimana, a Estoril, in Portogallo, la lunga battaglia spagnola tra il veterano Nicolas Almagro e il 24enne Pablo Carreno Busta si conclude al terzo a favore del 31enne di Murcia, che conquista il suo 13esimo sigillo in carriera, dopo ben 4 anni di astinenza.
Risultati:
Atp 250 Istanbul (Turchia) – terra rossa – Finale:
D. Schwartzman b. G. Dimitrov: 6-7(5) 7-6(4) 6-0
Atp 250 Estoril (Portogallo) – terra rossa – Finale:
N. Almagro b. P. Carreno Busta: 6-7(6) 7-6(5) 6-3