ATP Finals: Djokovic vince il titolo (come sempre), Sinner l’attenzione di un Paese

Vicino all'eliminazione nei gironi, a Torino Djokovic vince per 6-3 6-3 una finale senza storia contro Sinner. Per Nole è il 7° titolo alle ATP Finals, superato il record di Federer di 6 successi

Era uscito dalla porta (vicino all’eliminazione nel Round Robin), è rientrato dalla finestra, ed ha finito per vincere di nuovo lui. Novak Djokovic è campione alle ATP Finals 2023, battuto in finale Jannik Sinner con il punteggio netto di 6-3 6-3. Per il tennista serbo è il 7° titolo al Master, che gli vale il primato (un altro) superando i 6 successi di Roger Federer. Doveva fare qualcosa che nessuno hai mai fatto Sinner per vincere queste Finals. Battere Djokovic due volte a distanza di 5 giorni, nello stesso torneo (cosa che può succedere solo al Master, a causa del format con i gironi). Contro un avversario che, e lo dicono i numeri, non perde le finali (quest’anno ha perso solo quella giocata a Wimbledon contro Alcaraz), e, abbiamo capito durante il match, prosciugato dalla stanchezza, della settimana e forse anche della stagione. Non ce l’ha fatta Sinner a dare l’ultima grande soddisfazione al pubblico che l’ha incitato fino all’ultimo punto al Pala Alpitour di Torino, a quello che si è sintonizzato per guardarlo da casa, ma soprattutto a se stesso. Ma per tutti i motivi sopra espressi, e vista la prestazione del numero 1 del mondo, c’è poco di cui Jannik si possa rammaricare. C’è tanto però di cui ringraziarlo. Gli appassionati di questo sport lo ringraziano perché ha avvicinato ancora di più l’Italia al tennis, e lui deve ringraziare se stesso perché è ormai, almeno, uno dei quattro tennisti più forti del pianeta.

© Corinne Dubreuil/ATP Tour

Sull’1-2 Sinner subisce il break, complice la pressione messa in campo da Djokovic e una chiamata errata (di centimetri) del giudice di sedia, sul 40-40, sulla quale l’azzurro non chiede la verifica del challenge. È una pecca che con questo Djokovic, in modalità-missione, non ci si può permettere. Nole è perfetto al servizio, inavvicinabile, e chiude il primo set. Ma il colpo più duro colpisce Sinner nel primo game del secondo parziale, quando nel momento della cercata reazione l’altoatesino subisce il break a 0. L’orgoglio di Jannik è sempre al massimo, ma il serbatoio delle energie sembra quasi vuoto. E questo contro un signore che ribatte sulle righe alle accelerazioni di Sinner, che non gli lascia respiro, e che, come già detto, al servizio sembra ormai John Isner, ma con ancora più precisione. Non è così però negli ultimi game, nei quali Djokovic cala nettamente alla battuta e concede più di qualcosa. Sinner però non ne approfitta, forse oggi non ne è in grado. Entrambi sprecano delle occasioni, ma la differenza è che quelle di Sinner sono decisive per rimanere nel match. Il doppio fallo finale, poi, è una chiusura ingrata per Jannik allo splendido torneo che ha disputato, ma è emblematica di come il 22enne di San Candido, quello che aveva, l’aveva già dato, tutto.

© Corinne Dubreuil/ATP Tour
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