ATP Finals: Murray batte Nishikori 6-7 6-4 6-4

Nella seconda giornata del Gruppo McEnroe delle ATP Finals, Andy Murray balza al comando del girone, rimontando un set di svantaggio a Kei Nishikori e aggiudicandosi (in rimonta) una maratona lunga tre ore e venti minuti

EMOZIONI POCHE, SPETTACOLO ANCHE MENO – Nella quarta sfida stagionale fra Andy Murray e Kei Nishikori, la spunta (per la terza volta) il neo numero uno al mondo, alla fine di una estenuante maratona in cui nessuno dei due ha espresso con continuità un tennis di qualità. Andy Murray, regolando il nipponico col punteggio di 6-7 6-4 6-4, guadagna dunque il primo posto del Gruppo McEnroe delle ATP World Tour Finals. Già i primi scambi evidenziano un atteggiamento maggiormente aggressivo di Nishikori che, però, non riesce a concretizzare le due palle break offerte da un Murray troppo attendista e distante dalla riga di fondo. Lo scozzese prova dunque a cambiare strategia ma, con un dritto affossato a metà rete, spreca l’unica palla break (che è, al contempo, un set point) concessagli. Dopo più di ottanta minuti, il tiebreak appare come il giusto epilogo di un set tanto equilibrato quanto avaro di spettacolo. Nishikori, rinfrancato dallo scampato pericolo del game precedente, comanda gli scambi e si porta sul 6-3 con due servizi a disposizione: sciupa i tre set point (in particolare, sul terzo, non angola un semplice schiaffo di rovescio, permettendo a Murray di giocare il (miracoloso) passante), ma un errore di dritto di Murray sul 10-9 gli consegna il primo parziale.

 

ULTIMI FUOCHI DI NISHIKORI – Il secondo set è inaugurato dal primo break della partita: Murray approfitta di alcune incertezze del nipponico e, grazie al nastro che trascina via il dritto di quest’ultimo, strappa il servizio all’avversario. Lo scozzese – sospinto dal pubblico locale – è finalmente più spregiudicato e, soprattutto, ottiene parecchi punti direttamente col servizio (vera discriminante della partita, che Nishikori chiuderà senza ace e con sei doppi falli). Il controbreak nell’ottavo game, dando sfogo alle ultime energie, si rivela il canto del cigno del ventiseienne di Shimane: i due game successivi sono molto combattuti ma entrambi preda del cannibale Murray, che può ringraziare l’avversario per i tre dritti consecutivi sbagliati che trascinano la disputa al terzo set.

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LA RESA DEL SAMURAI – Nishikori è ormai alle corde e non è più capace di reggere lo scambio prolungato, essendo così costretto ad essere ulteriormente aggressivo e prendere maggiori rischi. La resistenza del nipponico dura appena un game: Murray approfitta del (netto) calo fisico dell’avversario per vincere cinque game di fila (in cui annulla, col servizio, due palle del controbreak) e mettere una seria ipoteca sull’incontro. Nonostante il tentativo di rimonta di un volenteroso Nishikori (da 5-1 a 5-4), lo scozzese chiude la partita tenendo a zero il proprio turno di servizio. La O2 Arena di Londra è in visibilio per il suo pupillo: Murray, anche se meno convincente rispetto ad altre uscite, prolunga l’impressionante striscia vincente (giunta adesso a ventiquattro partite consecutive), dimostrando come i campioni possano vincere anche nelle giornate meno esaltanti.

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