È la miglior finale possibile, quella tra Stefanos Tsitsipas e Dominic Thiem. Rispettivamente alla prima e alla quarta partecipazione, arrivano all’atto finale delle Atp Finals da primi del rispettivo girone. Tsitsipas, come David Goffin, alla prima volta tra i migliori otto arriva in finale. Cercherà eguagliare Grigor Dimitrov, che due anni fa di domenica sconfisse proprio il belga. Thiem, invece, conferma di essere oramai un giocatore per tutte le superfici, e dopo aver vinto ad Indian Wells, Pechino e Vienna, è in finale su un campo velocissimo. È il più vecchio dei due, ha 26 anni a differenza dei 21 del greco, e ha già perso due finali sulla terra rossa del Roland Garros. Ma al di là dell’esito di oggi, ora sa, e sappiamo anche noi, che se dovesse perdere nuovamente a Parigi, può benissimo vincere il suo primo Grand Slam, e anche altri, sui terreni più duri. L’ellenico è tra i più completoi tecnicamente, l’austriaco uno dei migliori atleti al mondo su un campo da tennis. Il primo ha dominato i primi due match del Round Robin contro Alexander Zverev e Daniil Medvedev. Il secondo ha piegato di forza Roger Federer e Novak Djokovic, che insieme fanno undici titoli in due all’evento di fine anno. Col serbo ha vinto la più bella partita del torneo. È contrasto di stili, è aria nuova nel tennis mondiale. È il remake della finale di Pechino, vinta dal numero 5 del mondo. Ma è anche il momento della legittimazione: chi vince si aggiudica con pieno merito le più belle Atp Finals dell’ultimo lustro.
IL RENDIMENTO A LONDRA – Sin da subito, Thiem e Tsitsipas sono apparsi i più in forma nel lotto dei partecipanti alla rassegna londinese. Impressione confermata nella seconda giornata dopo le rispettive vittorie contro Djokovic e Zverev, che hanno peraltro sancito in anticipo la loro qualificazione alle semifinali. La sconfitta della terza giornata, per l’austriaco ai danni di Matteo Berrettini, e per il numero 6 del mondo ai danni Rafael Nadal, ha infatti influito solo in parte. Mentre l’allievo di Nicolas Massu era già sicuro del primo posto, l’unico rischio per Tsitsipas era quello di doversela vedere con Thiem ieri, qualificato come secondo in caso della vittoria di un Medvedev già eliminato al venerdì sera contro Zverev, ipotesi poi prevedibilmente non verificatasi. E alla fine, come detto, quella di stasera sarà la finale più giusta. Perché se Berrettini ha pagato l’inesperienza in palcoscenici di tale livello, e Medvedev è arrivato senza alcuna energia, mentale piuttosto che fisica, dopo una seconda parte di stagione spaventosa, i finalisti sono stati anche i giocatori più costanti nelle loro performance a Londra. Meglio hanno fatto anche rispetto a Federer e Djokovic, apparsi anche loro stanchi, col serbo uscito malamente dalla maratona con Thiem. E meglio anche rispetto a Nadal, il numero 1 di fine anno. Lo spagnolo ha superato Tsitsipas in una bellissima battaglia di due ore e 54 minuti, ma nel torneo ha trovato la forma migliore troppo tardi, pagando una sonora sconfitta contro Zverev e dovendo recuperare dall’1-5 nel set decisivo contro Medvedev, pietrificatosi dal match point non sfruttato in poi. Zverev, ha mostrato altri segni di ripresa, senza però essere pronto per battere i due giocatori più in forma del momento. Per Thiem, oltre ai titoli di Pechino e Vienna, anche un quarto di finale a Shanghai. Tsitsipas ha cumulato invece due quarti tra Shanghai e Bercy, arrendendosi in semifinale invece a Basilea. Ininfluente dovrebbe essere il minutaggio, con l’ateniese in campo 4 ore e 28, solo tre minuti in più rispetto all’avversario. Nelle quattro partite precedenti, Tsitsipas ha dimostrato di saper sfruttare benissimo le caratteristiche del campo londinese, servendo con una percentuale di prime in campo costantemente oltre il 60%. Straordinaria anche la realizzazione, con punte dell’89% e dell’86% nelle prime due sfide, oltre ad un superbo 75% contro uno come Rafa Nadal. Le percentuali di Thiem nella realizzazione sono ben diverse, il loro massimo lo toccano nell’81% di ieri. Ma il contrasto di stili sta anche qui: perché se Tsitsipas fa massimo il 56% dei punti sulla seconda (contro Zverev) e contro Medvedev ne vince solo il 41%, Thiem sta sempre sopra il 58%. E contro Djokovic, il miglior ribattitore al mondo sul veloce, resiste al 52%. Ed è anche la sfida tra i giocatori che meglio hanno meglio mostrato i punti di forza nei momenti importanti: Tsitsipas annulla 19 palle break su 22 concesse nel torneo (7 su 9 a Nadal, 11 su 12 a Federer. Thiem invece sfrutta 10 delle 15 palle break che si procura (4/4 contro Djokovic). Ne consegue che la partita potrebbe decidersi proprio su questi due numeri, dunque sull’incisività servizio del greco.
PECHINO COME LEZIONE – Non è casuale la scelta difatti di puntare i riflettori su tale fase del gioco, e in aiuto ci viene l’ultimo precedente. In Cina, in finale, Thiem vinse col punteggio finale di 4-6 6-3 6-1. In totale, l’austriaco è avanti 4-2 nei precedenti, 3-1 sul cemento, con l’ultima vittoria del greco risalente all’Open del Canada dello scorso anno. Il precedente da prendere in considerazione, però, è proprio l’ultimo, l’unico della rivalità svoltosi nel 2019. A Pechino la partita fu spettacolare e insieme i due produssero, ace compresi, 70 vincenti. In totale 36 a 34 per Thiem, autore anche di meno gratuiti, 19 a 23. Ma dalla metà del secondo set in poi, a fare la differenza fu Thiem, e proprio grazie ad un calo vertiginoso di prestazioni alla battuta per Tsitsipas. Nel secondo parziale, il greco vincerà solo il 37% dei punti con la propria seconda, nel terzo invece, addirittura con la prima, solo il 46%. Questo, oltre che per la fatica, anche evidentemente per il fattore dell’imprevedibilità andando via via perdendosi probabilmente. Il 63% delle volte Tsitsipas servì a mandare fuori dal campo l’avversario, utilizzando una sola volta la traiettoria al corpo con la prima. Più uniforme nelle distribuzione con la prima e soprattutto con la seconda, Thiem, che su quattro punti in due cercava di aprirsi il campo, in una andava al centro e nell’altra tirava al corpo dell’avversario. Potrebbe essere costretto a variare anche da sinistra stasera il greco. A Pechino l’83% delle volte serviva verso l’esterno, vincendo otto punti su 18 più tre ace. A settembre ci fu grande equilibrio sugli scambi vinti sotto i tre colpi grazie ad un servizio insidioso. Chi dei due saprà stare ancora una volta vicino il 25% potrebbe vincere la partita. Le discese a rete sono l’arma in più di Tsitsipas, ma attenzione quest’oggi alle variazioni e alle palle senza peso verso il rovescio di Thiem. Soprattutto così, il campione di Indian Wells a battere Djokovic, sbattuto da una parte all’altra con accelerazioni continue. Il dritto da sinistra per entrambi è un’arma letale, ma potrebbe vincere il giocatore più coraggioso nelle accelerazioni con il rovescio ad una mano sul lungolinea. In Cina, sotto questo punto di vista i due produssero solamente tre vincenti diretti, uno per Tsitspas, due per Thiem. Per i due in palio il titolo più importante delle rispettive carriere oltre ad un ricchissimo montepremi di un milione e 354mila dollari.