Nel giorno di Pasqua, a Miami, Alexander Zverev e John Isner si sfideranno per conquistare il secondo Master 1000 della stagione, in una finale completamente inedita. Il tedesco, testa di serie n.5, arrivato all’appuntamento americano con molti dubbi, è stato abile e fortunato nel superare i primi due turni, per poi alzare nettamente l’asticella nella seconda parte della manifestazione; le partite contro Nick Kyrgios e Borna Coric, in modo particolare, hanno evidenziato una ritrovata condizione fisica, ma soprattutto mentale, da parte del tedesco, di nuovo in grado di lottare per tutta la partita, senza concedersi pause o passaggi a vuoto.
La vera sorpresa del torneo, però, è stata la prepotente avanzata dello statunitense John Isner; l’americano, dopo aver concesso un set al primo turno al ceco Vesely, si è trasformato in un vero e proprio schiacciasassi e ha lasciato le briciole a tre specialisti del cemento del calibro di Marin Cilic, Hyeon Chung e, soprattutto, Juan Martin Del Potro, apparso molto scarico dal punto di vista fisico.
Per Isner quella di Miami sarà la quarta finale 1000 della carriera, per Zverev la terza; a differenza dell’americano, che ha perso in tutte e tre le precedenti occasioni, il tedesco è perfetto nel suo saldo vittorie/sconfitte, avendo centrato la vittoria sia a Roma contro Djokovic che a Montreal contro Federer. La differenza tra i due giocatori risulta evidente anche dal bilancio degli scontri diretti, 3-0 in favore del giovane Zverev, la partita, tuttavia, è molto più aperta di quello che potrebbe sembrare. Isner sta, probabilmente, giocando il miglior tennis della carriera, il servizio e il dritto, infatti, oltre alla solita potenza e esplosività, stanno garantendo anche precisione e continuità, due aspetti non proprio tipici del gioco dell’americano.
Dal canto suo, Zverev è chiamato alla conferma dopo i segnali di risveglio mostrati nel corso del torneo; la partita contro Isner, che potrebbe giocarsi su pochi punti decisivi, sarà un test importante per valutare la resistenza e la saldezza dei nervi del tedesco, vero punto debole e limite del talentuoso Sascha.