Un primo turno amaro per Sonego: aggressività e talento non bastano
Il Masters 1000 di Monte Carlo si apre con un’amarezza per Lorenzo Sonego, eliminato all’esordio da Pedro Martinez al termine di un match intenso e altalenante. Il punteggio finale — 6-4, 1-6, 6-2 in due ore e tredici minuti — racconta solo in parte la complessità della sfida, fatta di sorpassi, colpi di scena e, soprattutto, un passaggio a vuoto decisivo nel terzo set, costato carissimo all’azzurro.
Martinez, in dubbio fino alla vigilia per un fastidio fisico rimediato a Bucarest, ha stretto i denti e ha giocato una partita solida e ordinata, spingendo l’italiano fuori dalla sua comfort zone. Il suo tennis poco appariscente ma estremamente concreto ha limitato la libertà creativa di Sonego, costringendolo spesso a prendersi rischi eccessivi.
Sonego, luci e ombre: tra spettacolo e discontinuità
Sonego ha cercato sin da subito di imporre il proprio ritmo, aggredendo con il diritto e cercando il punto con accelerazioni improvvise. Nel primo set, però, è bastato un game giocato con troppa frenesia per concedere il break a Martinez, abile a resistere e capitalizzare con intelligenza. Un paio di errori evitabili e un passante incrociato fulminante dello spagnolo hanno portato l’azzurro sotto 4-3, preludio alla chiusura del set sul 6-4.
Nel secondo parziale, però, il copione cambia. Sonego reagisce con orgoglio, alza il ritmo, varia di più e sorprende un Martinez che smette di essere impermeabile. Il pubblico del Centrale si scalda per le sue giocate: tra tutte, una demi-volée acrobatica e un diritto lungo linea in corsa che strappa applausi a scena aperta. Il 6-1 che ne esce sembra dare la svolta al match.
Ma è solo un’illusione. Nel set decisivo, Sonego parte bene ma poi inciampa nel game più pesante dell’incontro: cinque errori di rovescio, quattro dei quali gratuiti, che regalano il break al rivale. Da lì, Martinez riprende in mano la situazione e non concede più nulla. “Ha portato la partita sui binari a lui più comodi”, è il riassunto perfetto della sua prestazione, fredda e calcolata.
Gli altri italiani: Berrettini da impresa, Cobolli conferma il momento d’oro
Se per Sonego Monte Carlo si è chiuso troppo presto, le buone notizie per il tennis italiano arrivano da altri due protagonisti. Matteo Berrettini ha firmato la vittoria più importante della sua stagione superando in rimonta il numero uno del seeding, Alexander Zverev, per 2-6, 6-3, 7-5. Un successo dal sapore speciale per il romano, che era 0-8 contro i top 2 prima di questa impresa. Dopo un primo set dominato dal tedesco, Berrettini ha saputo cambiare marcia nel secondo, e nel set decisivo ha mostrato nervi saldi e personalità: il passante vincente nel settimo game e la gestione dei momenti finali hanno fatto la differenza.
In grande spolvero anche Flavio Cobolli, che dopo il trionfo al Tiriac Open non si è lasciato distrarre e ha battuto con autorità l’ex finalista di Monte Carlo Dusan Lajovic con un netto 6-4, 6-2. A impressionare è stata la sua capacità di prendere in mano il gioco nei momenti chiave, segno di una maturità in crescita. Ora attende il vincente tra Griekspoor e Fils.
Martinez avanti con Borges, per Sonego è tempo di riflettere
La vittoria porta Pedro Martinez al secondo turno, dove affronterà a sorpresa il portoghese Nuno Borges, passato senza giocare per il ritiro di Holger Rune, fermato da un problema allo stomaco.
Per Sonego, invece, è tempo di riflessioni. La sensazione che fosse più completo e più pericoloso dell’avversario è rimasta nell’aria, ma ancora una volta ha pagato la discontinuità e una risposta troppo fragile nei momenti determinanti: “Solo pochi game in cui è riuscito a mettere davvero in crisi il servizio di Martinez”, un dato che pesa, come i 47 errori non forzati complessivi.
Il talento non è in discussione, né il cuore. Ma a questi livelli, servono freddezza, costanza e la capacità di evitare quei blackout improvvisi che trasformano un match quasi vinto in una delusione difficile da digerire.