Sotto la pioggia di Monte-Carlo, Lorenzo Musetti firma un’impresa che può segnare una svolta nella sua carriera. Con una vittoria in rimonta su Alex De Minaur (1-6, 6-4, 7-6(4)), il tennista toscano conquista la sua prima finale in un Masters 1000, diventando il terzo italiano dell’Era Open a riuscirci nel Principato, dopo Barazzutti nel 1977 e Fognini nel 2019. Ad attenderlo ora c’è Carlos Alcaraz, prima testa di serie del torneo e favorito designato.
Un match da montagne russe: Musetti e la forza della resilienza
L’inizio della semifinale è stato tutt’altro che promettente per Musetti. Il primo set è scivolato via con un pesante 1-6, in cui l’azzurro ha faticato al servizio (appena il 13% di punti vinti con la seconda) e ha subito la pressione di un De Minaur scatenato. L’australiano ha dominato con un tennis aggressivo, trovando spesso la chiave nei lunghi scambi da fondo campo, aiutato anche dalle condizioni umide che hanno reso la palla più pesante.
Ma come già accaduto in questa settimana da sogno, Musetti ha saputo cambiare passo. Dopo una breve pausa per pioggia, durata meno di dieci minuti ma decisiva nell’equilibrio mentale del match, il carrarino ha iniziato a trovare profondità nei colpi, “aprendosi il campo con il dritto e raccogliendo i frutti con lo smash”. Il secondo set si è chiuso 6-4 grazie a un break nel nono gioco e a una nuova solidità al servizio, confermata da un 74% di punti vinti con la prima palla.
FORZAAA Lorenzo 👏🇮🇹@Lorenzo1Musetti fights back and defeats De Minaur 1-6 6-4 7-6 to reach his FIRST Masters 1000 final! #RolexMonteCarloMasters pic.twitter.com/vQHSFvJJZo
— Tennis TV (@TennisTV) April 12, 2025
Il terzo set: tensione, errori e nervi d’acciaio
Il terzo parziale è stato una vera e propria battaglia psicologica. Musetti è partito forte, portandosi subito avanti di un break, ma ha subito un controbreak a zero, sintomo della pressione altissima su entrambi i giocatori. Il momento decisivo arriva sul 2-2, quando De Minaur sbaglia una palla corta e poi un dritto in corridoio, regalando a Musetti il vantaggio sul 3-2. L’azzurro amministra bene il punteggio fino al 5-4, ma quando serve per il match crolla mentalmente, subendo tre punti consecutivi e commettendo un doppio fallo che rimette tutto in discussione.
È il tie-break, il primo disputato da Musetti in tutto il torneo, a decidere le sorti della partita. Dopo un mini-break di svantaggio iniziale, l’italiano risale con lucidità, sfrutta due errori di De Minaur e chiude 7-4 tra l’ovazione del pubblico e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande. “La tendenza al rialzo del suo gioco, unita alla capacità di variare altezza e velocità nei colpi, ha fatto perdere ritmo e lucidità all’australiano”, sottolineano gli osservatori.
Un traguardo storico, un futuro che bussa alla porta
Grazie a questo risultato, Musetti sale al numero 11 del ranking ATP, ma con una vittoria in finale raggiungerebbe per la prima volta la top 10, al settimo posto. Un traguardo impensabile solo qualche mese fa, oggi alla portata grazie a una settimana di tennis scintillante, costruita su tre rimonte consecutive, carattere da vendere e un pubblico che l’ha eletto nuovo beniamino del rosso monegasco.
Ora l’ultimo ostacolo si chiama Carlos Alcaraz, uno dei più forti al mondo sulla terra battuta. Il giovane spagnolo, anche lui atteso da un qualificato all’esordio nel prossimo ATP 500 di Barcellona, sarà un test durissimo, ma Musetti arriva alla finale con l’entusiasmo di chi ha già scritto una pagina importante della propria carriera. “Non sarà semplice, ma so di avere le armi per giocarmela. Il mio tennis sta parlando per me”, ha lasciato intendere il toscano nel post-partita, consapevole che la sfida più grande è ancora tutta da vivere.