David Goffin batte Roberto Bautista Agut col punteggio di 5-7 6-4 6-2 e vince l’Atp 250 di Montpellier. Per il ragazzo di Liegi si tratta del quinto trofeo in carriera: Bautista, dopo un’ottima partenza, si è dovuto arrendere alla maggiore precisione dell’avversario. Raramente Goffin ha servito con la costanza e con la potenza di oggi, superando in tante occasioni i 200 chilometri orari e mettendo a segno ben 13 ace, di cui sette solo nel secondo set. Nei due set vinti, Goffin ha realizzato sopra al 60% di punti sia con la prima che con la seconda, annullando tutte e tre le palle break concesse. In classifica Atp, il belga supererà domani Milos Raonic, tornando al 14° posto.
PRE-MATCH – È la finale tra la testa di serie numero 1 e la testa di serie numero 2 a Montpellier, tra il numero 13 ed il numero 15 del ranking Atp. Per lo spagnolo, classe 1988, è la diciassettesima finale in carriera, con un bilancio di 9-7. Indoor i numeri non sono positivi, con un solo successo a Sofia (2016) e tre finali perse, due a Mosca (2014 e 2015) e una a Valencia (2015). Goffin, nato nel 1990, cerca invece il quinto trofeo alla quattordicesima finale in carriera. Sul cemento al coperto ha vinto sette anni fa l’unico titolo, in quel di Metz. Come l’avversario, anche lui ha perso in tre occasioni una volta giunto all’ultimo atto su queste superfici: nel 2014 a Basilea e nel 2017 a Sofia e a Rotterdam. Alla partita arriva molto meglio Bautista Agut, che nelle tre partite non è mai stato in campo più di settantacinque minuti. Peter Gojowczyk, battuto ieri, è stato l’unico ad arrivare a cinque giochi vinti in un set, prima di crollare nel secondo parziale per 6-1. Ugo Humbert e Gregoire Barrere hanno invece raccolto le briciole. Goffin, dal canto suo, ha dovuto lottare strenuamente, restando in campo quasi il doppio del proprio avversario, sei ore e dieci al fronte delle “sole” tre e trentaquattro dello spagnolo. Benjamin Bonzi ed Egor Gerasimov hanno anche strappato un set al belga, costretto ad andare altre le due ore di partita per vincere. Il francese, nel match di primo turno, aveva addirittura vinto il primo parziale, vedendosi annullare in tutta la partita quattordici palle break. Gli head-to-head sono favorevoli però a Goffin, in vantaggio 3-2 e con un parziale di 3-0, soprattutto grazie agli ultimi due successi sulla terra battuta. Sul cemento al coperto l’unico precedente risale alla semifinale del torneo di Sofia di quattro anni fa, col belga in grado d’imporsi per 5-7 6-4 7-6(3).
PRIMO SET – La lentezza del cemento di Montpellier rende gli scambi molto equilibrati, soprattutto sulla diagonale di rovescio. È spesso il primo dei due che dal lato destro riesce a girarsi sul dritto a prendere in mano le redini del punto. Tatticamente, i due dimostrano di conoscersi benissimo e di usare, alle volte, degli schemi molto simili. Fondamentale quindi, più che il piano in sé, diventa l’esecuzione dei colpi, la profondità che permette di guadagnare campo, cercando non così raramente anche una palla corta o un approccio a rete. Dopo i primi tre giochi, però, non sembra esserci partita. Bautista è più incisivo nei colpi di inizio gioco, Goffin mette invece pochissime prime e si trova subito in situazioni scomodissime. Due drop ed un’insolita incertezza di rovescio consegnano all’iberico il primo break della partita, che pare – almeno per la prima frazione – già ben indirizzata: nella prima parte del set il 90% di prime in campo del numero 1 del tabellone, al fronte di un risicato 40% dell’avversario, sbilancia totalmente la partita a favore del primo. A differenza delle ultime stagioni, in cui nei primi tre mesi dell’anno Bautista è sempre stato tra i migliori giocatori del pianeta, quest’anno la fiducia manca, e sul più bello il braccio trema ed il dritto lo tradisce: tre errori dal lato destro nel nono game, rimettono Goffin in partita proprio al momento di chiudere. Il belga trova il controbreak e tiene bene la battuta per risalire sul 5-5 grazie ad un netto miglioramento con la prima di servizio. Il momento di superiorità del numero 15 Atp, però, dura pochissimo. Sotto 15-30 sul 5-5, Bautista torna a servire in maniera splendida e ritorna a comandare le operazioni, portandosi sul 6-5. Il 30enne di Liegi, per contro, si intimorisce: nel dodicesimo gioco commette due doppi falli da destra, e col dritto in rete si arrende definitivamente dopo cinquanta minuti di gioco, perdendo il primo parziale per sette giochi a cinque. Durante tutto il set, la costante di Goffin è stato l’errore col colpo in avanzamento verso la rete, spesso il diritto. Memore di quei gratuiti, nell’ultimo scambio, il belga non ha avuto il coraggio di seguire un ottimo rovescio, permettendo a Bautista di allungare lo scambio ed aggiudicarsi il set.
SECONDO SET – Al contrario delle previsioni, però, il duro primo set ha delle conseguenze dal punto di vista mentale soprattutto sul tennista di Castellon de la Plana, che dai blocchi esce agonisticamente scarico. Il parziale di 8-1 nei punti, lancia subito sul 2-0 Goffin e le circostanze da “dentro o fuori” lo aiutano a lasciare andare i colpi con maggiore scioltezza. Dal 54% di prime in campo nel primo parziale, Goffin sale al 73%, vincendo il 79% di punti. Bautista sembra davvero a corto di energie, salva i propri turni di battuta ma non riesce ad incidere in alcun modo alla risposta. Il belga riesce quindi a portare la partita al terzo set in maniera brillantissima. Nel secondo set fa segnare sette ace, di cui tre nel decimo ed ultimo game, che sposta il pronostico dalla sua parte all’alba del terzo parziale.
TERZO SET – La tensione è palpabile, e dal punto di vista tecnico il primo game del set è forse il più brutto di tutta la partita, considerando anche il valore dei due giocatori in campo. La posta in palio però pesa, il trofeo serve ad entrambi e gli errori gratuiti crescono a dismisura. Sul campo oramai Bautista ha perso metri, e Goffin sembra quasi poter disegnare il campo. Sul 15-40, però, subentrano fattori psicologici: le due palle break sfumano con altrettanti rovesci colpiti male, ma Bautista restituisce tutto con due dritti che sarebbero risultati decisivi per il game e per la sua partita. Nel gioco successivo l’iberico si scuote decisamente e riprende a correre, ma Goffin è glaciale nella costruzione del punto per annullare due palle del controbreak. Il servizio, poi, lo aiuta a staccarsi nel punteggio esattamente come nel set precedente, 2-0. La sicurezza al servizio, per l’ex numero 9 Atp, è un lontano ricordo, i drop non sono più il segno della solita lucidità tattica, ma un’arma – usata male – per uscire da scambi in cui Goffin fa il bello ed il cattivo tempo. I cambi in lungolinea del numero 2 del tabellone sono estremamente redditizi, specie se consideriamo la minore reattività dell’avversario dal secondo set in poi. Bautista crolla definitivamente nel settimo gioco del set, che porta Goffin avanti di due break e, poco dopo, al successo finale. In due ore e cinque minuti il belga batte in rimonta il tennista che aveva dominato nei tre match giocati: il 5-7 6-4 6-2 finale denota una contesa a senza unico a partire dal secondo parziale. Il break conquistato all’inizio del set sembrava frutto di un semplice passaggio a vuoto del suo avversario, che invece non si è più ripreso, logorato anzi ancor di più dalle accelerazioni chirurgiche dell’ex finalista delle Atp Finals. Quando è in condizioni fisiche così smaglianti, David Goffin, vale assolutamente i primi 10 del mondo. E la Top-10, in effetti, si avvicina: da domani tornerà al numero 14 della classifica, solamente dieci punti dietro al finalista di oggi.