Dopo la giornata appena conclusasi all’Atp 250 di Montpellier sono rimasti in quattro a contendersi il titolo. Domani in campo le semifinali che vedranno scontrarsi Radu Albot e Jo-Wilfried Tsonga per la parte alta del tabellone e Pierre Hugues Herbert, unica testa di serie rimasta ed autore della sorpresa di giornata ai danni di Denis Shapovalov, che invece affronterà Tomas Berdych. Da verificare le condizioni fisiche del ceco e di Tsonga, usciti vittoriosi dalle rispettive battaglie di 2 ore e 44 minuti contro Filip Krajinovic e Jeremy Chardy.
BERDYCH COL BRIVIDO – Nel primo quarto in programma oggi, Tomas Berdych ha superato in extremis il serbo Filip Krajinovic, imponendosi con il punteggio finale di 7-6(3) 6-7(5) 7-5 in una maratona di 2 ore e 44 minuti. Di ottima qualità il tennis espresso da entrambi i giocatori, che a fasi alterne sono riusciti a fare la differenza con il proprio gioco da fondo, rimanendo tuttavia sempre vicini nel punteggio, con alcuni momenti ai limiti del drammatico. Nel primo parziale i giocatori conservano senza grossi problemi i propri turni di battuta: nonostante una percentuale di prime piuttosto bassa (53%), Berdych riesce infatti ad imporsi nello scambio, soprattutto grazie al dritto, classico e a sventaglio. Krajinovic con la prima invece incide alla grande, ma nel tie-break viene schiacciato dal ceco: al suo rovescio manca profondità e Berdych non fatica a prendere il controllo, concedendosi anche il lusso di cambiare ritmo con lo slice per poi spingere e chiudere il punto. E’ in questo modo che il numero 79 del mondo conquista non solo il tie-break per 7 punti a 3, ma si issa fino al 5-4 e servizio. Ad un passo dalla chiusura però Berdych si irrigidisce, i movimenti non sono più quelli smaglianti della prima parte di match e Krajinovic trova invece coraggio e rientra in partita proprio grazie alla profondità del suo rovescio. In ritardo e con gli appoggi incerti l’ex Top-10 trova molti più gratuiti e subisce i colpi del proprio avversario, che diventa padrone del campo e lo fa correre sempre di più in orizzontale. Per uno strano gioco del destino, proprio come era successo a Berdych, l’ex finalista di Parigi Bercy gioca in maniera impeccabile il tie-break e prende il controllo anche del terzo set, ma sul più bello è costretto a capitolare. Berdych in effetti appare sofferente alla schiena nel parziale decisivo, forse a causa della fatica pregressa nell’ultimo mese, ma proprio per questo comincia a tirare ancora più forte, a lasciar andare i propri colpi, dritto in primis, che beffano Krajinovic quando tutto sembrava finito. La corsa del serbo si interrompe bruscamente sul 5-4 e 40-15 del terzo parziale, con due match point sciupati e un Berdych nuovamente padrone della propria partita: seppur affaticato il ceco è quello che più rischia, che ritrova la spinta delle gambe e soprattutto i vincenti. Salvatosi sull’orlo del precipizio Berdych ritrova anche la tranquillità e infila tre giochi consecutivi per regalarsi la seconda semifinale in carriera a Montpellier, la 77esima in totale.
SORPRESA HERBERT – L’ha spuntata Pierre Hugues Herbert nell’unico quarto di finale che ha rispettato il tabellone: il transalpino, settima forza del tabellone, ha infatti sorpreso la testa di serie numero 3, Denis Shapovalov, con il punteggio di 7-5 7-6(4). Fanno la differenza gli errori non forzati, tornati oggi preponderanti nel gioco del canadese. Herbert sfrutta l’eccessiva sfrontatezza dell’avversario e rimane sempre lucido, senza mai lasciare intravedere grosse difficoltà nel gioco. Come spesso gli è già accaduto nella scorsa stagione il numero 25 del mondo si lascia andare troppo facilmente al proprio istinto impetuoso, che non gli permette di giocarsi nella maniera più giusta i momenti clou della partita. Herbert invece è preciso, al servizio perde solamente 8 punti con la prima (36/44) e col colpo immediatamente successivo prende le redini della partita. Lampante esempio della fiducia nel proprio tennis per il francese sono senz’altro i tantissimi angoli stretti trovati in avanzamento, per mandare ancor più lontano dal campo il proprio avversario e trovare più facilmente la via della rete. Paga il rendimento sulla seconda Shapovalov, a cui manca la possibilità di utilizzare con costanza la curva mancina per poi utilizzare il dritto in chiusura, colpo che oggi ha funzionato sicuramente di più rispetto al suo rovescio, messo in difficoltà anche dalle traiettorie velenose di Herbert, pronto a cambiare ritmo allo scambio alla prima opportunità. Shapovalov non ha margine e se nel primo set lo condanna il break subito nell’undicesimo gioco, nel secondo parziale sopravvive sino al tie-break, tenuto a galla dagli unici errori veramente pesanti del francese, che per due volte si farà recuperare un minibreak di vantaggio prima di chiudere. Domani il tennista di casa si giocherà la quarta semifinale nel circuito Atp, forte da oggi di sapere certo il proprio ingresso in Top-40 per la prima volta in carriera dal prossimo lunedì.
ALBOT FERMA BAGHDATIS – Dopo l’exploit di ieri ai danni del numero 1 del seeding Lucas Pouille, si è fermata oggi l’avventura del cipriota Marcos Baghdatis: il numero 128 del mondo è stato eliminato per mano del moldavo Radu Albot, vittorioso col punteggio di 6-2 7-6(2). La contesa è stata da subito in mano al moldavo, che con una partenza solidissima mette subito un distacco piuttosto insormontabile tra lui ed un avversario come Baghdatis, che nonostante la fiduciosa vittoria di ieri paga forse anche un po’ di fatica dopo aver superato in Francia anche le qualificazioni. Albot fa tutto meglio rispetto al suo avversario, attacca il cipriota verso il rovescio che oggi non riesce a mantenerlo a galla. Le percentuali dell’ex Top-10 al servizio sono peraltro troppo basse per fare partita pari contro la versione vista oggi in campo del numero 90 del mondo, che invece realizza il 78% di punti con la prima e il 54% con la seconda. Per il 29enne di Chisinau si tratta di un successo fondamentale, che oltre alla semifinale gli garantisce un nuovo best ranking da lunedì prossimo, quando salirà alla 77esima posizione.
TSONGA TRIONFA NEL DERBY – L’ultimo quarto di finale in programma ha visto Jo-Wilfried Tsonga aggiudicarsi il derby tutto francese contro Jeremy Chardy, che ha gettato la spugna solamente dopo 2 ore e 44 di equilibratissima battaglia, decisasi con lo score di 6-7(6) 7-6(4) 6-4. A farla da padrone sono stati i servizi, almeno fino all’ultimo game del match, che Tsonga ha chiuso siglando così anche quello che è l’unico break della partita. Non ha avuto punti chiave il match, anche se dopo 3 chance non sfruttate di break Tsonga sembrava destinato a capitolare, sotto di un minibreak anche nel tie-break del secondo parziale. Il numero 210 del mondo vince probabilmente anche grazie alla migliore tenuta fisica, notizia molto positiva per uno che a 33 anni è tornato in maniera stabile alle competizioni solo da un mese. Chardy si arrende quasi per sfinimento nell’ultimo game, dopo che aveva già cancellato 8 palle break nel parziale decisivo. Da segnalare anche i 18 ace di Tsonga, per un servizio che sui campi piuttosto veloci di Montpellier potrebbe continuare a fare la differenza anche nel match di domani. Rimane tuttavia da verificare in che condizioni si presenterà domani l’ex finalista degli Australian Open alla sfida con Radu Albot.