Novak Djokovic rafforza la sua supremazia nel Masters 1000 di Parigi Bercy, l’ultimo della stagione. Alla quinta finale, si aggiudica il quinto titolo superando per 6-3 6-4 un Denis Shapovalov ancora troppo incostante per una sfida di tale portata. Clamorosa la prestazione del serbo al servizio, che concede una sola palla break, e realizza più del 75% sia con la prima che con la seconda. Anche Shapovalov serve bene, ma i due passaggi a vuoto gli costano i due break, uno per set, decisivi. “Nole”, vince il suo 34esimo Masters 1000 in carriera, avvicinandosi a Rafael Nadal fermo a 35. Come lo spagnolo e Daniil Medvedev ne vince due in stagione, ma da domenica andrà alle Atp Finals da favoritissimo. Non mancheranno inoltre gli stimoli. Con la vittoria di oggi, già certo di perdere la prima posizione mondiale domani, ai danni di Nadal, resta a 640 punti di distanza. Se il rivale, non sceso in campo ieri in semifinale per un problema agli addominali, dovesse rinunciare all’evento di fine anno, basterebbe una finale al serbo per tornare immediatamente in vetta alla classifica mondiale, chiudendovi la stagione. Un traguardo non da poco: sarebbe infatti la sesta volta, eguagliando il record di Pete Sampras.
La cronaca del match:
PRIMO SET – Mentre Djokovic è impeccabile nel primo turno di battuta, il canadese non riesce ad aprirsi immediatamente il campo. Il numero 1 del seeding è subito attento in risposta, e si difende anche da lontano, costringendo l’avversario a forzare e sbagliare. È il dritto a tradire il giovane classe 1999, che con l’ultimo di poco lungo perde anche il servizio, e dopo otto minuti si ritrova sotto 3-0. Nei primi due turni in risposta, Djokovic fa quel che vuole sulle morbide seconde dell’avversario, dove porta a casa cinque punti su sei. Shapovalov si salva con la prima nel quarto gioco, e muove la casella del punteggio conquistando il gioco ai vantaggi. Il break di differenza, però, sembra un abisso perché Djokovic mette tre prime su quattro in campo nelle fasi iniziali. L’impotenza di fronte a tale situazione, lascia stizzito il numero 28 del mondo, che nel sesto gioco lascia rimbalzare la racchetta sul telaio rischiando di colpire il pubblico. Gli equilibri infatti non cambiano minimamente, e dopo 30 minuti il 32enne di Belgrado incassa il primo set per 6-3. Con gli scambi che raramente superano i 4-5 colpi, non si trovano evidenti chiavi tattiche nel match. Tutto va meravigliosamente al servizio per il quattro volte campione a Parigi Bercy. Chiude la prima partita con l’83% di prime in campo, con cui vince 17 punti su 20. Soltanto quattro volte ricorre alla seconda, ma senza problemi vince tre punti.
SECONDO SET – Come nel primo set, Shapovalov parte alla battuta con degli errori pesantissimi di diritto, uno da fondo e una volée. Dal 30-40 però risale con grande coraggio, grazie a due ace da sinistra intervallati da un vincente a rete. Continuano le difficoltà del campione di di Wimbledon juniores 2016, ma nel terzo game lo salvano altri due ace e un dritto a sventaglio vincente. Fare partita contro il servizio di oggi di Djokovic rimane però impresa quasi impossibile per il canadese, che pur ha le proprie colpe per alcuni errori grossolani, inusuali per la versione vista nella settimana di Parigi. Nel secondo parziale, comunque, tiene botta sul servizio, segnando addirittura nove ace nei primi tre turni. Quando però la prima viene a mancare, tutto cambia. E i problemi odierni di Shapovalov vengono fuori, lasciandolo affondare tra i suoi gratuiti. Djokovic ringrazia l’avversario per i quattro dritti sbagliati e si porta avanti di un break anche nel secondo set, chiudendo, di fatto, la partita. L’unico piccolo passaggio a vuoto, per la leggenda serba arriva proprio al momento di consolidare il vantaggio. L’unica palla break la annulla però da campione e da lì non perde più un punto al servizio. Veleggia verso il trofeo dopo 68 minuti con un solidissimo 6-3 6-4. Si tratta del 34esimo Masters 1000 in carriera, il quinto successo a Parigi. Una settimana da urlo per lui, che non lascia alcun set agli avversari, nonostante lo stato influenzale di inizio settimana. Da ricordare comunque, ma da superare al più presto, è invece la prima finale di tale categoria per Denis Shapovalov, mostratosi ancora inesperto e troppo dispersivo. Da lunedì ritoccherà al suo best ranking, issandosi al 15esimo posto. Esclusi gli undici ace, registra tredici vincenti, ma 22 non forzati contro un tennista come Novak Djokovic sono davvero troppi. Quest’ultimo invece arriverà col pieno di fiducia alle Atp Finals, obiettivi il numero 1 di fine anno e il sesto titolo.