Dunque, il Masters 1000 che stava mettendo sul piatto una finale da challenger è stato salvato, per ora, da Jack Sock. Lo statunitense oggi, con inizio non prima delle 15, sfiderà il qualificato Filip Krajinovic per centrare tre clamorosi obiettivi con un colpo solo: il primo 1000, la Top-10 e, soprattutto, l’ultimo posto disponibile per le ATP Finals di Londra.
Di tutti i litiganti ancora in corsa per entrare tra i magnifici otto del Masters, il 25enne di Lincoln, Nebraska, era probabilmente il meno accreditato, non fosse altro perché la sua qualificazione dipendeva da un così alto numero di fattori da essere ritenuta giustamente pressoché impossibile. Alla vigilia, infatti, a Sock non bastava nemmeno aggiudicarsi il titolo (impresa già di per sé rilevante) in quanto il suo gap in termini di punti era rilevante e troppi gli avversari a cui avrebbero dovuto andare male le cose.
Invece, come birilli malfermi, gli altri sono crollati in serie e tra Jack e Londra è rimasto solo “l’intruso” Krajinovic. Al momento attuale infatti l’ottavo posto è ancora dello spagnolo Pablo Carreño Busta, che lunedì avrà 2650 punti ma Sock lo scavalcherebbe di 115 lunghezze in caso di trionfo a Bercy.
Tutto sommato, anche per la scarsa forma palesata dall’iberico (una sola vittoria a fronte di 5 sconfitte) dopo la semifinale raggiunta agli US Open, in prospettiva ATP Finals la qualificazione dell’americano potrebbe essere un fattore positivo. Pur portandosi dietro qualche problema fisico, Sock nelle ultime settimane aveva centrato i quarti sia a Stoccolma che a Basilea e a Bercy è risalito dalla scarpata in cui l’aveva cacciato Kyle Edmund al secondo turno, quando il britannico si era trovato avanti 5-1 nel terzo parziale.
Come spesso accade, il pericolo scampato ha avuto un effetto rigenerante e da quel momento Sock ha iniziato il cammino che l’ha portato a battere Pouille, Verdasco e, ieri, Benneteau. Oggi la testa di serie n°16 sarebbe favorito e il condizionale è d’obbligo in un torneo che, ad ogni giorno, ha rimescolato le carte e sovvertito i pronostici.
Dall’altra parte della rete ci sarà Filip Krajinovic. Il 25enne serbo di Sombor, passato attraverso le qualificazioni, prima di Bercy aveva disputato appena cinque incontri in carriera a livello di Masters 1000 vincendo solo quello contro Dusan Lajovic a Miami nel 2015. Questa è stata una settimana al contempo magica e fortunata per Filip, che però ha dimostrato di sapersi meritare la buona sorte (nella fattispecie di non dover incontrare il numero 1 del mondo Rafael Nadal, che ha dato forfait nei quarti) imponendosi ad avversari meglio posizionati nel ranking, due dei quali in lotta per le ATP Finals proprio come Sock.
Il primo a fare le spese del buon momento di Krajinovic (nell’ultimo mese ha un record di 19-1 con due challenger conquistati e il secondo turno di Stoccolma conseguito dopo aver superato le qualificazioni) è stato il giapponese Sugita ma sono state soprattutto le vittorie ottenute a spese degli americani Querrey e Isner ad aver legittimato la finale colta dal serbo. L’ultimo capace di ottenere lo stesso risultato fu Jerzy Janowicz; il polacco si qualificò nell’edizione 2012 di questo stesso torneo e perse la finale contro Ferrer.
Anche se, come detto, il torneo si è caratterizzato per aver più volte disatteso le aspettative, in questa finale Jack Sock ha troppe motivazioni per poterla perdere. Tuttavia, dal canto suo Filip Krajinovic ha il vantaggio di essere dove non avrebbe mai pensato di essere solo una settimana fa e quindi, se riuscirà a tenere la mente sgombra, il suo tennis lineare potrebbe anche mettere in difficoltà il più accreditato avversario. Del resto, dopo tutte le sorprese che ci ha riservato Bercy, una in più non farebbe nemmeno notizia.