Di Damiano Battiato
Stefano Napolitano contro Nicolas Jarry non è una partita che si vede tutti i giorni, al contrario questo è il primo incontro fra i due tennisti, nonché prima prova di grande spessore per Napolitano che, dopo aver sconfitto due lucky loser, stavolta deve garantirsi il passaggio del turno contro il 24° del ranking (lui è 125°).
La partita è sin da subito movimentata, infatti i due tennisti scambiano per parecchi colpi, e ad avere la meglio al primo game è l’italiano per errori millimetrici del cileno; a secondo game la situazione si ribalta con il cileno che esegue impeccabili cambi di gioco costringendo Napolitano a ricevere da posizione molto arretrata.
Al terzo game la parità si infrange per via di una prestazione non brillantissima di Napolitano: è un eufemismo per evidenziare che è rimasto a secco persino in questo game a servizio, in cui commette il primo doppio fallo della partita, viene colpito da uno smash di Jarry (che prontamente e sportivamente si scusa) e, per concludere, svirgola totalmente l’ultimo colpo, ingannato forse da un rimbalzo diverso da quello previsto.
Da qui in poi la strada si fa in salita per Napolitano, il set seguirà quest’inerzia ancora per un po’, perché Jarry impone il suo gioco già a partire dal suo ottimo servizio, e da lì bastano pochi scambi per apparecchiarsi un campanile da schiacciare nel campo avversario; neanche i game a servizio aiutano, le prime vengono a mancare totalmente e Jarry copre molto bene sotto rete, inutili i tentativi di cercare dei passanti insperati da posizione molto defilata, i corridoi sono l’unica cosa che trova Napolitano, perfetti se si giocasse due contro due, ma non è questo il caso, quindi è già 1-4.
Se il settimo game è un’eccezione per via di errori elementari non da Jarry, quello seguente è qualcosa di talmente clamoroso che difficilmente si rivedrà in futuro: di quattro punti del game, altrettanti sono realizzati per mano di Jarry, ma soprattutto tutti mediante prime di servizio; se non è questo il game più breve della storia del tennis comunque si avvicina molto, 2-6 dunque per Jarry.
Se è vero che parte col piglio sbagliato questo set per Napolitano a causa di qualche errore tecnico di troppo, è altrettanto vero che la parità viene ristabilita nell’immediato in una situazione quasi speculare: servono due palle break, e la seconda è quella vincente dopo una diagonale del cileno di poco fuori misura.
Rimane uno scoglio difficilmente sormontabile, il servizio impeccabile di Jarry (fino al quarto game sono 5 ace per lui e 0 per Napolitano), comunque da qui in poi la partita senz’altro diventa più combattuta grazie ad un Napolitano che alza la sua percentuale non solo di servizio, ma anche di scambi prolungati vinti. È una partita che si gioca a tutto campo, con entrambi i giocatori che scambiano da posizione piuttosto arretrata, senza forzare la giocata, nella speranza di indurre l’avversario all’errore: proprio per questo, i cambi di gioco sono tanti, ma le volèe si contano sulle dita di una mano (e dico di una, non di due).
Così è fino al game a servizio di Jarry sul 5-4 per Napolitano, quando il cileno litiga troppo con la palla schiacciando più volte a rete: non bastano neanche un suo servizio entrato nel rettangolo apposito per una questione oserei dire “micrometrica” ed una ribattuta in rete di Napolitano, la replica dalla parte opposta arriva sul 40-30 in favore di questi ed è 6-4, dunque parità assoluta.
La resa dei conti finale inizia con un andamento identico a quello del primo set, ma la situazione è molto più delicata, tant’è vero che la dice lunga l’esultanza del cileno per ognuno dei suoi punti una volta resosi conto delle potenzialità del nostro tennista. Servono un pessimo rimbalzo sul campo di Napolitano al termine del secondo game e cinque parità 40-40 per concludere il terzo, forse il più lungo della partita, a suo favore.
C’è invece da mordersi le unghie per la clamorosa occasione mancata al sesto game: gioca anche bene Napolitano, il punto più bello del game se lo aggiudica lui dopo aver superato con un passante Jarry in risposta ad uno smash sotto rete, ma pesano ancora adesso le tre palle break che aveva a disposizione per riportarsi in parità.
Il livello tecnico dei due si alza proprio sul finale di partita coinvolgendo ora più che mai il pubblico, in visibilio ogni volta che Napolitano aggiunge punti dalla sua parte nel tabellone: un po’ di fortuna non guasta mai, è il caso di Jarry che chiude così il nono game dopo che la palla sbatte con violenza sul nastro e di prepotenza cade dal lato opposto; i colpi di classe non mancano per i due, fra passanti, diagonali taglienti, ma soprattutto il primo e unico tentativo riuscito di una volèe perfetta da parte di Napolitano sul nono game a suo servizio che poi si aggiudicherà, 4-5.
E’ l’ultima occasione di pareggiare i conti e tornare in partita per Napolitano, ma Jarry è perfetto in tutto, a partire dal servizio fino al contropiede finale che chiude l’ultimo set 4-6, dunque la partita, estromettendo così anche l’ultimo degli italiani dopo due ore e ventuno minuti di gioco.
Negli altri match di giornata tra i big avanzano Tsitsipas, in due set contro Norrie, e Medvedev, dopo una battaglia di quasi tre ore con Medjedovic. Eliminati sia Rune che Rublev, entrambi in tre set dopo aver vinto il primo parziale, per un torneo che continua a perdere teste di serie.