Il Masters 1000 più sorprendente della stagione è giunto alla giornata delle semifinali, a cui sono approdati una certezza del circuito e tre tennisti inattesi, di cui due connazionali che sono diventati la prima coppia cilena dal 2006 a qualificarsi al penultimo turno di un torneo ATP. Nel primo incontro si sono affrontati Alexander Zverev, testa di serie numero 3, e Alejandro Tabilo, giustiziere di Djokovic e Khachanov che si è assicurato l’entrata nella top 30 del ranking, attualmente privo di un allenatore.
Il cileno, impeccabile al servizio e nella gestione della diagonale destra, ha vinto in risposta il quarto game, allungando sul 4-1 dopo aver annullato due possibilità per il controbreak. Grazie a una disarmante continuità in risposta, Tabilo ha ottenuto un ulteriore break a zero, accumulando sempre più fiducia e sicurezza con i suoi colpi magistrali. Per chiudere in maniera perfetta il parziale in mezz’ora, ha eseguito tre palle corte vincenti, che gli sono valse un perentorio 6-1. L’efficacia del servizio ha costituito l’ancora di salvezza per il tedesco, che ha dovuto mostrare il suo orgoglio da campione per contenere l’esuberanza dell’avversario, salvando sul 3-3 nel secondo set la palla break che avrebbe compromesso probabilmente il match.
Giunti sul 6-6, due errori di rovescio del cileno hanno compensato il doppio fallo iniziale di Zverev, che ha voluto impostare una serie di scambi lunghi per indurre all’errore Tabilo. Non facendosi sopraffare dalla tensione, il campione di Roma nel 2017 ha condotto la sfida al set decisivo, conquistando 7-4 il tiebreak. L’equilibrio nel terzo è durato solo due game, poiché da quel momento Zverev ha messo a segno una striscia di quattro game con cui è avanzato sul 5-1, in seguito al crollo mentale del mancino nato in Canada. In due ore e diciassette minuti, con il punteggio di 1-6 7-6 6-2, il tedesco si è garantito il ritorno in una finale di un 1000 dopo due anni, l’undicesima complessiva in questa categoria di tornei e la terza al Foro Italico.
La semifinale della parte bassa del tabellone ha posto di fronte Tommy Paul e Nicolas Jarry, rispettivamente numero 16 e 24 del ranking che nel loro percorso hanno estromesso tennisti del calibro di Medvedev, Hurkacz e Tsitsipas. Dopo due ore e quarantatré minuti, il gigante di Santiago ha trionfato 6-3 6-7 6-3, raggiungendo la finale più importante della sua carriera, la settima in totale, a diciassette anni di distanza da quella disputata da Fernando Gonzalez sui campi capitolini. Paul invece ha dovuto patire nel giorno del suo ventisettesimo compleanno la terza sconfitta in altrettante semifinali di un Masters 1000. Nei precedenti tra Zverev e Jarry, il tedesco è avanti 4-2, ma sulla terra battuta il bilancio è in parità con due successi ciascuno.