All’Atp di Rotterdam, che in questi giorni ci ha regalato grandi sorprese, due semifinali molto agguerrite. L’esecutore di Jannik Sinner, autore comunque di un’ottima prestazione, Pablo Carreno Busta, ha sfidato Félix Auger Aliassime, la grande promessa canadese. Primo set in perfetto equilibrio, con i rispettivi turni di servizio completamente blindati. Non si vedono scambi degni di nota, è un botta e risposta al servizio. Sul finale cala un po’ la costanza, ma è comunque necessario il tie-break, che vede imporsi nettamente Auger Aliassime per 7 a 2. La solidità di Busta viene messa a dura prova dal coraggio e dalla forza del giovane canadese, che riesce a prendere il largo. Busta però non accusa particolarmente il colpo e il secondo set ritrova l’equilibrio già consolidato nel primo. Busta non forza quasi mai il colpo, non accelera la soluzione, tiene il campo, difende con grande ordine, aspetta l’errore, ma il suo rendimento inizia a calare. Félix spesso casca nel tranello, cerca l’accelerata, il cambio ritmo troppo frenetico, il vincente azzardato… Ma quando lo trova dimostra davvero di essere un gran giocatore. Punisce Busta con tanti vincenti e gli basta un solo break per portarsi a casa anche il secondo set (6-4), conquistando dunque l’accesso alla finale.
L’altra sfida vedeva opporsi Gael Monfils a Filip Krajinovic. Il francese, in grande forma e in grande fiducia, trova dall’altra parte della rete un avversario ostico. Déjà-vu? Sì, si erano sfidati la settimana scorsa anche nella semifinale dell’Atp di Montpelier. Anche loro si affidano molto al servizio. Krajinovic parte più aggressivo, cerca più l’iniziativa, Monfils risponde bene da fondo, sembra più remissivo, ma è sempre pronto all’accelerazione improvvisa. Poi però inizia ad accusare qualche fastidio fisico, si piega spesso sulle ginocchia, si accorge anche di soffrire molto sulla seconda, e allora la situazione si ribalta e decide di velocizzare il gioco e chiudere gli scambi. Il serbo difende bene e concede poco. Le prime palle break per il francese (n. 3 del seeding) sono anche set point; blackout totale di Krajinovic e primo set a Monfils, 6-4. Giocatore completamente recuperato, inizia a vincere anche gli scambi lunghi, il serbo però non molla e le prova tutte per restare in partita. È bravo a resistere e a rispondere al fuoco. Nel terzo e nel quarto gioco break di Monfils e contro break di Krajinovic, ancora parità, fino alla fine, si arriva al tie-break. Il serbo sembra averne di più, Monfils resiste ma a fatica. Conquista un mini break sul 5 a 4, poi però si distrugge con le proprie mani: due errori consecutivi, incredibile ribaltone, e Monfils la chiude con un ace. Seconda finale consecutiva. A Rotterdam è anche campione in carica. Solo fino a domani o per un altro anno?
A Buenos Aires si è giocata una sola semifinale. Purtroppo infatti si è ritirato il padrone di casa Diego Sebastian Schwartzman, testa di serie numero uno e grande favorito. Vola direttamente in finale, dunque, Pedro Sousa. Molto intensa, invece, la sfida tra Casper Ruud e l’altro argentino in corsa Juan Igniatio Londero. Partita subito in salita per il tennista norvegese che perde 4-6 il primo set. Nel secondo i due giocatori danno vita ad un accesa battaglia che vede prevalere Ruud 7 a 5. Ristabilita la parità comincia il set decisivo, ma Londero si lascia schiacciare da Ruud che domina incontrastato tutto il terzo set e porta a termine la rimonta. Finisce 4-6, 7-5, 6-1.
Ultime semifinali giocate quelle di New York. Primo incontro cominciato in tarda serata: Miomir Kecmanivic contro Kyle Edmund. Per il serbo partita compromessa fin troppo presto; nel primo set non c’è proprio storia e il britannico lo schiaccia senza problemi per 6 a 1. Nel secondo set si vede qualcosa di meglio, partita più combattuta, Kecmanivic prova a risollevarsi, ma Edmund non gli concede nessuna possibilità per superarlo, e conquista il terzo break point della partita che gli permette di vincere e di guadagnarsi un posto in finale.
L’ultima sfida di queste semifinali è stata quella del nostro Andreas Seppi contro Jeson Yung. Il taiwanese numero 131 al mondo non è certo un avversario particolarmente temibile, ma dopo aver eliminato la testa di serie numero 3, Opelka, tutto era possibile. Andreas però non tradisce le aspettative e si dimostra ancora una volta un giocatore solido e affidabile, un grande professionista, un grande atleta, forse un po’ sottovalutato, non sempre perfetto, ma comunque protagonista di una carriera molto costante. A New York si presenta in ottima condizione e partita dopo partita prende fiducia e sicurezza. La semifinale non è mai in discussione: il tennista altoatesino in campo regna sovrano, tiene a bada il suo avversario senza fatica, impone il suo gioco, ruba 5 break, non concede praticamente nulla (Jung vince solo 18 punti in risposta), vince e convince. Finisce 6-3, 6-2. Vittoria netta, meritata. E adesso si può sognare. Contro Edmund sarà un battaglia difficile. Non bisogna illudersi, bisogna solo tifare. Forza Andreas.