Mentre il gatto non c’è, i topi ballano, come si suol dire. Ma siamo davvero sicuri che Andy Murray sia ancora il “topo” della situazione? Dopo il successo nella seconda semifinale dell’ATP di Shangai, la risposta sembrerebbe proprio negativa. Con un’altra prestazione quasi perfetta, nonostante qualche sbavatura iniziale, lo scozzese ha superato anche Gilles Simon, che si aggiunge alla lista degli avversari sconfitti da Andy negli ultimi dieci match. Murray conferma così di essere davvero il tennista del momento, esibendo una forma fisica invidiabile, una sicurezza e un livello di gioco impressionanti: anche lui, ora, da quella sensazione tipica dei top player di essere invincibile, di essere intoccabile, e di potersi permettere anche di abbassare a seconda delle occasioni e dei momenti l’asticella, per poi tirare fuori il meglio quando davvero conta. Mentre imperversa la crisi di Djokovic, sconfitto d Roberto Bautista Agut nella prima semifinale, il numero 2 del mondo è ora il giocatore da battere.
Simon, dal canto suo, non ha sfigurato, riuscendo anche, nonostante la fatica dopo la tiratissima sfida contro Jack Sock, a mischiare le carte e ad addormentare il gioco come suo solito. In particolare nel primo set, la tattica del francese ha avuto successo in più di un’occasione, con Murray adescato nella rete di scambi interminabili da fondo campo del suo rivale. Come spesso capita contro il transalpino, il match nella fase iniziale è stato caratterizzato da un andamento strano, ricco di alti e bassi e capovolgimenti. Alla fine però la presenza in campo dello scozzese e il suo maggior peso di palla hanno fatto la differenza, permettendogli di accelerare nei momenti clou e di strappare il successo finale.
NELLA SAGRA DEI BREAK LA SPUNTA MURRAY- I due avversari scendono in campo pochi minuti dopo l’uscita di scena di Djokovic, e il peso è tutto sulle spalle di Murray: con il principale rivale fuori dai giochi è lui infatti ad avere la ghiotta chance di aggiudicarsi non solo l’incontro, la l’intero torneo, mentre Simon non ha nulla da perdere. E’ da mesi, però, in particolare dal Roland Garros, che Andy si ritrova in questa situazione più o meno ad ogni fine settimana, e ha dimostrato praticamente sempre, ad eccezione degli US Open, di poterne uscire senza troppi problemi. Anche quest’oggi la pressione non scalfisce minimamente la sua corazza.
L’avvio di incontro, tuttavia, vede il francese partire meglio dai blocchi, mentre il numero 2 del ranking fatica a carburare. Simon, che stava vivendo un’annata tutt’altro che positiva e ha ritrovato qui a Shangai un minimo di competitività degna di un tennista del suo livello, riesce a sorprende l’avversario già nel primo gioco, strappando un inaspettato break. L’impatto del transalpino con l’incontro è perfetto, e “Gillou” approfitta dell’inerzia favorevole issandosi sul 2-0. Superato lo choc iniziale, il campione dei Giochi Olimpici di Rio ritrova immediatamente la bussola, aggiustando la tattica e cambiando marcia. Murray cerca qualche variazione in più, aggredisce più spesso e scardina nel quarto game la battuta dell’avversario, conquistando il contro break e rimettendosi in carreggiata. I precedenti tra i due, alla vigilia della sfida, recitavano un netto parziale di 14 vittorie su 16 incontri per il britannico: d’altronde, nello scontro tra due tennisti estremamente efficaci in fase difensiva, non può che spuntarla quello più solido e dai colpi più potenti e ficcanti. E infatti, una volta recuperato lo svantaggio, Andy accelera e piazza un’altra zampata, strappando ancora il servizio e issandosi sul 4-2. La partita sembra ormai indirizzata in favore di “Muzza”, in totale controllo delle operazioni.
Una delle caratteristiche che hanno permesso a Simon di togliersi non poche soddisfazioni, però, è quella di “addormentare” il gioco, imponendo un ritmo basso e costringendo il rivale a lunghi ed estenuanti scambi. E così l’attuale numero 32 del mondo riduce il netto gap con l’avversario, e a metterlo ripetutamente in difficoltà. E così Murray, nonostante il vantaggio nel punteggio e una palese superiorità, si adagia al braccio da fondo campo sotto ritmo e si fa sorprendere, permettendo al francese di rientrare sorprendentemente nel punteggio. Il match ora è ricco di alti e bassi, incostanti, e si assiste ad una vera e propria sagra dei break: il britannico rimonta in risposta dal 30-0 e, con una fantastica risposta, rimette la testa avanti, e si porta ad un solo game dal set sul 5-3. Quest’oggi però la concentrazione, in particolare quando si trova in vantaggio, viene meno in qualche occasione, e ancora una volta, quando sembra che ormai i conti siano chiusi, lo scozzese grazia il rivale gli regala il contro-break. Il tutto è solo un fuoco di paglia. Murray è troppo solido, troppo sicuro dei propri mezzi, e può permettersi anche qualche errore di troppo, insolito per uno come lui. Alla fine, in un set in cui il vero break è in realtà tenere il proprio turno di battuta, il numero 2 la spunta, piazzando sul set point un delicatissimo e pregiato lob, dopo aver recuperato a sua volta un pallonetto, che gli vale il parziale con il punteggio finale di 6-4.
ANDY DOMINA, GILLES SI ARRENDE- La prima frazione, tirata e tutto sommato impegnativa per entrambi, mette un’ipoteca di fatto sulla vittoria finale dello scozzese. Tiratosi fuori dalla trappola e dal pantano dei continui break, infatti, Murray cambia marcia e stacca il rivale. La svolta arriva già nel secondo gioco, molto lungo e ricco di capovolgimenti: dopo avere sprecato ben quattro palle break, alla fine, Andy travolge il transalpino con un dritto vincente e conquista un altro break, per poi volare sul 3-0. Le percentuali al servizio salgono notevolmente, e il francese non può niente. In poco tempo il britannico toglie ancora la battuta all’avversario, dilagando in lungo e in largo fino al 5-1 in suo favore, ormai ad un passo dal trionfo.
Vi è giusto il tempo per un rigurgito d’orgoglio di Simon, che, con le spalle al muro, tira fuori le unghie e ottiene un insperato break, per poi rifarsi sotto sul 3-5. L’impotenza del transalpino è però palese, e la prima vincente di Murray sancisce il 6-3 finale.
VENTESIMA FINALE IN UN 1000- I numeri dello scozzese cominciano ad essere davvero importanti. Con il successo a Pechino, la quota di incontri vinti consecutivamente sale a 10, e domani cercherà di aggiudicarsi il tredicesimo titolo in un 1000, alla sua ventesima finale. La sfida contro Bautist Agut sarà inoltre la decima finale del 2016, che sta diventando sempre di più la stagione migliore della sua carriera, dal punta di vista dei successi ma anche, e soprattutto, da quello della consapevolezza: forse Murray ha davvero capito che, pur non essendo al livello dei “Big three”, è davvero un grandissimo giocatore.
Il risultato:
[2]A.Murray b. G.Simon 6-4 6-3