È stato bello finché è durato il sogno di Bautista Agut di conquistare il primo Masters 1000 in carriera. Non è bastata l’impresa in semifinale contro Novak Djokovic, ma perdere valorosamente dal tennista più in forma dell’anno non è certo l’ultimo dei traguardi. Da domani scalerà ben 6 posizioni, issandosi fino al nuovo best ranking al numero 13. Per Murray continua la stagione d’oro, e dopo Wimbledon e Olimpiadi solo 1000 punti lo separano dalla vetta. Gran prova mentale dello scozzese oggi, capace di tenere a freno la potenza dello spagnolo nel primo set, conquistato solo al tie-break, per poi dilagare nel secondo, quando le forze mentali dell’avversario sono iniziate a mancare.
EQUILIBRIO – Il match si apre con l’equilibrio a fare da sovrano. Nei primi game, infatti, entrambi concedono poco o nulla al servizio. Le cose iniziano a cambiare già dal quinto gioco e seguenti, quando entrambi sono costretti a ricorrere ai vantaggi per confermare i propri turni di battuta. La svolta decisiva arriva nel settimo gioco, molto spesso fatidico, quando Murray è il primo a mettere la freccia per il sorpasso. Grazie a una serie di vincenti, infatti, lo scozzese riesce a procurarsi la prima chance di break del set e a finalizzarla. Nel decimo gioco, quando il britannico si appresta a servire per il primo set, accade l’impensabile: sopra 40-15 e poi sul vantaggio, spreca in tutte e tre le volte la possibilità di archiviare il set, concedendo il controbreak due punti più in là. Potrebbe sembrare uno scricchiolio nella mente di Murray, ma da campione qual è, dimentica quanto accaduto e trascina il set al tie-break. Qui non c’è storia, e dopo il primo punto conquistato dallo spagnolo, il numero due del mondo ne affila ben 7, archiviando così la pratica.
CAMPIONE – Come spesso accade, nella mente dello sconfitto iniziano a palesarsi cupi pensieri e le energie, dopo oltre un’ora ad alti livelli, iniziano a scemare. Sembra essere il caso di Bautista, che sembra essere rimasto in panchina, subendo, continuativamente al tie-break, un parziale di 15 punti a 1, e dunque essendo costretto a rincorrere anche nel secondo set. Da buon ispanico non demorde e trova subito il controbreak, salvo poi non riuscire a confermarlo. Murray non cede, anzi aumenta la pressione, inducendo l’avversario all’errore. Per quest’ultimo tutto crolla nel sesto gioco, quando è ancora costretto a cedere il servizio e a mandare lo scozzese a servire per il match. Da buon finalizzatore il numero due del mondo, prossimo a spodestare Djokovic, non perdona e infila il suo 11esimo successo consecutivo e bissa il titolo di Pechino della scorsa settimana.
[2] A. Murray b. [15] R. Bautista-Agut 7-6(1) 6-1