Anche quest’anno il torneo della capitale americana è volto all’epilogo. Ad affrontarsi nell’ultimo atto del Citi Open di Washington sono stati Kei Nishikori e John Isner.
Il giapponese è arrivato alla finale coi favori del pronostico, vista e considerata la sua posizione nel seeding e l’eliminazione prematura di Andy Murray, già nel primo turno del torneo. Long John, invece, ha faticato più del previsto sia contro Berankis che contro Johnson, contro i quali ha lasciato un parziale agli avversari.
Nella finale, però, Isner ha messo in campo tutte le carte a propria disposizione e solo quando è affiorata un po’ di stanchezza, soprattutto nell’ultimo parziale, ha tirato i remi in barca e mollato un po’ la presa. Il nipponico è stato bravo ad approfittarne e a piazzare la zampata decisiva. Partita non proprio spettacolare, ma che ha regalato comunque delle emozioni ai presenti sugli spalti.
A cominciare al servizio è stato Isner, che con il risultato ottenuto diverrà il nuovo numero 12 delle classifiche mondiali. Fino al quarto game i punti scivolano via veloci, senza che nessuno dei due si esponga troppo a pericoli. Il primo a mettere in difficoltà l’avversario è stato proprio l’americano, portando il quarto game ai vantaggi e procurandosi una palla break, però non sfruttata. Nel suo game di servizio successivo, Nishikori ha provato a passare avanti, ma nonostante le due occasioni create non è riuscito a concretizzare il break. Servizi solidi fino al decimo gioco, quando arriva il break che non ti aspetti, decisivo per le sorti del match. A metterlo a segno è proprio Isner, che a sorpresa si aggiudica il primo set.
Nel secondo set il giapponese rientra maggiormente deciso e in apertura trova subito il break, concretizzando la seconda palla break nel game inaugurale. La sua solidità al servizio fa il resto, evitando dunque di concedere ulteriori chance al suo avversario per rimettersi in carreggiata. Buona la tenuta fisica di Nishikori che non forza la mano e tiene maggiormente gli scambi rispetto al primo set. Dal canto suo Isner non riesce a trovare la stessa incisività del set precedente, complice anche un calo fisico accentuato sul finire di set. All’asiatico occorrono due set point nel decimo gioco prima di poter pareggiare il conto dei parziali e rimandare tutto al set conclusivo.
Quest’ultimo si apre sulla falsa riga del primo anche se stavolta il break si fa attendere qualche game in più. Nel terzo gioco Nishikori alza l’asticella e si porta sul 2-1 e servizio, annichilendo ormai il morale Isner, apparso stanco. Tutto ciò che il giapponese deve fare è controllare l’andamento del match, e lo fa magistralmente, chiudendo set e match con un game a zero al servizio. Il ranking ATP vede la sua ascesa in quarta posizione, eguagliando il suo best ranking ottenuto nel marzo di quest’anno.
Di Simone Marasi