Fabio Fognini e Jannik Sinner avanzano al secondo turno degli Australian Open, vincendo e convincendo nei rispettivi incontri. Gli azzurri, tra i più attesi del folto plotone tricolore a Melbourne, hanno espresso soddisfazione per la prestazione offerta, guardando già al prossimo impegno.
Il n. 12 del seeding, sorteggiato con l’ostico americano Opelka, ha indicato la differenza di gioco e di condizioni tra ieri e oggi, senza mancare di rifilare qualche stilettata al classe ’97 del Michigan: “Ieri ero sicuramente più fuori che dentro, non riuscivo assolutamente a muovere la palla come volevo perché davvero non mi trovo bene con questo tipo di palle, che subito sono velocissime e poi diventano gonfie. A me non piace giocare contro questi grandi battitori, ne ho pescati diversi nelle ultime partite, però con Opelka ci eravamo già affrontati a New York, poi in Coppa Davis. Lui è probabilmente il migliore tra i giocatori molto alti che ci sono nel circuito, perché oltre a servire bene è anche molto solido da fondocampo. Ieri, per esempio, da fondocampo ha giocato meglio di me. Fortunatamente ho servito bene per tutto il match ed ho risposto ugualmente bene, soprattutto sulla seconda di servizio. Se fossi un organizzatore di torneo non inviterei mai un giocatore come quello, perché potrebbe battere chiunque e rovinare il tabellone“.
Jannik Sinner, il cui match è durato appena otto punti, è diventato il più giovane italiano a vincere un match in un torneo del Grande Slam dopo Diego Nargiso al Roland Garros 1988 e l’attenzione verso l’altoatesino cresce a dismisura anche in Australia. Il 18enne nativo di San Candido ha indicato le chiavi del successo odierno ottenuto ai danni del padrone di casa Purcell, ringraziando Federer per le parole al miele spese in conferenza stampa: “Ieri sapevo che le previsioni non erano buone, e nel terzo set sentivo che l’umidità nell’aria stava aumentando. Purtroppo ho giocato un po’ di fretta sul sul 4-3 quando ho subito il break e non sono riuscito a finire. Però oggi sono rientrato in campo con un buon atteggiamento e quella è stata la chiave. Non conoscevo il mio avversario, avevo guardato qualche video ma non sapevo bene come giocava. Ha provato a cambiare tante volte la velocità di palla, ha usato parecchi slice, cambiando ritmo molto spesso. È bello sapere che un fuoriclasse come Federer ha detto quelle cose, ma sono ancora molto giovane e c’è ancora tanto lavoro da fare“.