Oggi mi sento un po’ come lo skipper di Luna Rossa al giro di boa dello Slam Down Under, pronto a commentare la prima settimana di torneo disputato dai nostri azzurri impegnati laggiù. Ben sette gli italiani iscritti al main draw dell’Happy Slam australiano e ora che siamo giunti alla conclusione del terzo turno, ne è rimasto in lizza soltanto uno, Jannik Sinner il Magnifico. Orbene, quale giudizio formulare sulla partecipazione al Major aussie della nostra pattuglia di prodi ragazzi? Procediamo per ordine, anzi, come nel titolo dello splendido noir svedese, procediamo “In ordine di sparizione”.
Il primo a scomparire dai radar è stato Matteo Berrettini: non si è neppure presentato in campo, perseguitato com’è da acciacchi e infortuni di vario genere e specie. Ha dato forfait prima dell’inizio del torneo e quel che farà nelle prossime settimane è una sorta di mistero di Fatima: Paolo Bertolucci ha dichiarato che parlare con The Hammer è praticamente impossibile, protetto e difeso ad oltranza da un sistema anti-media/social inviolabile. Senza voto, utente irraggiungibile.
Gli altri sei azzurri al contrario sono arrivati tutti al secondo turno, record per il tennis italiano, ma lì purtroppo le loro strade si sono separate, con la volpe rossa nelle vesti di unico rappresentante azzurro ancora in piena corsa verso il coronamento del sogno Slam.
Lorenzo Musetti: è il giocatore di maggior talento della truppa azzurra, ma probabilmente anche il più fragile emotivamente e da mesi non gioca come sa per questioni che sarebbe lungo dibattere in questa sede. Sprofondando sempre più nella sua personale spirale negativa, ha perso malamente il match di secondo turno al quinto set con il promettente francesino Luca Van Assche, addirittura incassando un pessimo 6-0 nel parziale decisivo. Subiti due nastri beffardi nel quarto parziale, il Muso si è sciolto quale neve al solleone, perdendo da quel momento 10 game consecutivi senza reagire, proprio come un pugile chiuso alle corde. Così non va. Rimandato.
Matteo Arnaldi: la grande sorpresa azzurra della stagione 2023 è partita per l’Australia con grandi ambizioni e sogni di gloria, ma sul suo cammino si è ritrovato a combattere con l’idolo di casa, Alex “Demon” de Minaur, neo top ten e pure in forma straripante. Il nostro ragazzo ha rimediato solo 6 game in tre set e la sonora sconfitta lo ha gettato nello sconforto più nero: non deve però abbattersi, ha perso con un tennista molto forte ed esperto, troppo forte ed esperto per il livello attuale del nostro Matteo. Non dimentichiamoci come l’anno scorso il ligure fosse un semplice “challengerista” in giro per il mondo a raggranellare punticini. Tranquillo Arnalds, non devi essere troppo duro con te stesso!
Lorenzo Sonego: superato all’esordio l’insidioso fiorettista inglese Daniel Evans, Sonny si è regalato al secondo turno nientepopodimeno che Carlitos Alcaraz, numero due del seeding e tra i tennisti più accreditati per la vittoria finale. Nonostante il risultato fosse già scritto in partenza, abbiamo tuttavia assistito ad un match combattuto con tanti bei colpi e momenti di grande fair play. Lorenzo ha giocato al meglio delle sue possibilità perdendo con onore in 4 set, e dunque ha poco di cui rammaricarsi, se non aver incontrato il fenomeno spagnolo già al secondo turno del torneo australiano: in questo stato di forma avrebbe potuto ottenere di certo qualcosa in più, senza un tabellone così impegnativo sin da subito. “Mancò la fortuna, non il valore“.
Giulio Zeppieri: da anni giovane promessa azzurra, Zeppo ha finalmente giocato un torneo all’altezza delle aspettative. Superate le qualificazioni in carrozza, ha sconfitto brillantemente all’esordio nel main draw l’esperto serbo Dusan Lajović, per poi perdere al quinto set, dopo essere stato addirittura avanti per 2-0, con l’ex Top 10 inglese Cameron Norrie, a cui non è parso vero di salvare la pelle in una partita così complicata. Promessa finalmente promossa.
Flavio Cobolli: anche lui proveniente dalla qualificazioni a cui è stato costretto per un pelo di Ranking, da assoluto underdog ha sconfitto al primo turno Nicolas Jarry, Top 20 cileno, il russo Pavel Kotov al secondo, per poi vedersela proprio con il giustiziere di Arnaldi, il temibile Demon de Minaur. Cobbo, il cui super potere è la gran garra, in campo ha dato fondo a tutte le energie a disposizione, lottando come un ossesso ad ogni 15, ma il Top 10 australiano in questo momento è veramente in stato di grazia tennistica e non c’è stato niente da fare. Tuttavia la sconfitta onorevole in tre set di Flavio nulla toglie allo straordinario torneo disputato dall’italiano che viene proiettato grazie ai suoi risultati intorno all’ottantesima posizione del ranking. Che dire, stra-promosso a pieni voti.
Come dicevamo, Jannik è l’unico azzurro giunto agli ottavi ed ormai proiettato alla seconda settimana dello Slam australiano. Sino ad ora per l’italiano si è trattato quasi di ordinaria amministrazione, passeggiando comodamente sopra i tre giocatori da lui asfaltati senza pietà, l’ultimo in ordine di tempo, l’argentino Baez, a cui ha lasciato solo una misera manciata di game. Da Jannik, infatti, appassionati ed osservatori si aspettano addirittura la vittoria finale nello Slam australiano, operazione per niente agevole, ma che credo Sinner The Winner tenterà di risolvere a sua favore, sfruttando l’ottimo momento psico-fisico che sta attraversando. Tra tutti i pretendenti al titolo di Campione, infatti, Jannik sembra quello più in palla, e già dal prossimo impegnativo match con il russo Khachanov vedremo se veramente sia così dominante come è parso essere sin qui. Io purtroppo lo temo veramente, per gli avversari dico.
In attesa dunque della seconda settimana Slam e dei match di Jannik, il giudizio sui nostri ragazzi non può che essere globalmente positivo, anzi molto positivo, ad esclusione di Musetti che deve assolutamente reagire ed uscire da questa spirale negativa di pessime prestazioni in cui è rimasto purtroppo invischiato.
Roberto “ItalyFirst” Eusebi