Boris Becker torna a parlare della sua avventura da coach al fianco di Novak Djokovic. In occasione di un’interessante intervista rilasciata a Eurosport Germania, l’ex tennista teutonico rivela il motivo per cui nel 2013 fu contattato dal campione serbo, ripercorrendo le tappe più importanti di un proficuo rapporto, che si è concluso sul finire del 2016.
Le strade dei due si sono separate ormai da qualche anno, ma il 52enne tedesco non fa mistero della forte amicizia che lo lega al tennista di Belgrado: “Novak sarà sempre un caro amico. Abbiamo smesso di lavorare insieme alla fine del 2016 perché voleva una pausa. Poi si sono presentati problemi con il gomito e ha subito un intervento chirurgico nel 2017. Sono state stagioni intense e di grande successo, ma a volte capita che anche un campione abbia bisogno di qualcosa di diverso. Devo confessare che nei tornei seguenti, nonostante la fine del rapporto, Djokovic voleva incontrarmi per confrontarci sugli avversari, perciò le porte sono sempre state aperte per lui“.
Becker, vincitore di 6 tornei Slam tra gli anni ’80 e ’90, si sofferma sul momento in cui si realizzò concretamente il sodalizio con Djokovic: “Ho incontrato Novak a Montecarlo e abbiamo parlato per 48 ore di tennis. Era reduce dalla perdita della prima posizione mondiale. Gli ho promesso che mi sarei comportato come mi hanno insegnato: dire sempre la verità. Gli ho detto che Nadal e Federer hanno modificato il loro gioco e che non mi piaceva la sua posizione sul campo né il suo servizio, per niente. Lui aveva già vinto molto a livello Slam, ma dopo questa lunga conversazione mi ha fatto capire che non era soddisfatto di se stesso e voleva di più, così ho cercato di sostenerlo“.