Il tennis non è uno sport per indolenti o scansafatiche. Madre natura può anche averti regalato una dose di talento inarrivabile, ma senza lavoro, fatica e sudore non andrai mai da nessuna parte. Soprattutto in questo inizio di nuovo secolo.
Ne sa qualcosa il numero 5 del mondo Tomas Berdych che è arrivato, con la massima preparazione e concentrazione, in quel di Stoccolma per cercare la terza affermazione (seconda consecutiva) nel torneo Atp 250 svedese. E nel primo turno non ha sottovalutato il proprio avversario, il giovane tedesco Alexandr Zverev, battendolo in due set per 6-3 6-4. “Viviamo un’era tennistica in cui affermarsi a certi livelli è estremamente difficile – ha detto il tennista ceco appena arrivato in Svezia – E se si vuole salire in classifica è necessario migliorarsi giorno dopo giorno, aggiungere continuamente qualcosa al proprio gioco. Non ci si può sentire soddisfatti e non si può aspettare che siano gli altri a giocare male. È con questo approccio che mi alleno e vado avanti”.
La testa di serie numero 1 degli Open di Stoccolma è sincero e sembra esserlo anche quando spende qualche parola sull’avversario che di lì a poco avrebbe battuto agevolmente: “Zverev ha tutte le carte per diventare realmente un grande giocatore. È un bravo ragazzo e ha talento. Credo che il suo futuro sarà brillante”.
Berdych è arrivato a Stoccolma con una striscia positiva in questo torneo di 8 vittorie consecutive: “Non ricordo esattamente con chi ho perso l’ultima volta qui ma credo che sia un buon segnale perché vuol dire che ne ho vinte tante”.
Il campione ceco giocherà per il sesto anno consecutivo le Finals di Londra e chiuderà anche quest’anno nella Top Ten. Anche questi sono segnali positivi. Prove di grande serietà e professionalità da parte sua.
Una professionalità che mantiene anche fuori dal campo nei rapporti con i suoi colleghi, con cui ammette quanto sia difficile instaurare forti amicizie: “Passiamo molto tempo insieme ma alla fine ti rendi conto che tra noi c’è grande competizione ed è quindi complicato trovare un grande amico. A ogni modo, siamo tutti in buoni rapporti e siamo come una grande famiglia, ci rispettiamo reciprocamente e non ci sono particolari scontri. È bello rivedersi ogni settimana”.
Insomma, ci si ritrova costantemente in ogni parte del mondo ma mai si cena insieme. Questioni di privacy: “Non è il caso di cenare insieme – spiega Tomas – Ma non è che non si voglia farlo, è che semplicemente non funziona così. Ogni tennista ha il suo team e generalmente a cena mettiamo a fuoco gli aspetti del gioco e le cose che vogliamo fare in partita. E poi non andiamo mica a cena fuori ogni sera!”.