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Berrettini e Travaglia, la nuova Italia

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2018 del tennis maschile italiano potrebbe riservarci gradite sorprese. I primi tornei della nuova stagione, infatti, hanno subito messo in luce le buone intenzioni di un paio di nostri esponenti che, sia pur rimandati all’esame di maturità, ognuno a suo modo ha confermato quanto di buono avevano fatto vedere nel 2017.

Stefano Travaglia, classe 1991, era balzato agli onori della cronaca lo scorso agosto quando si impose al primo turno degli US OPEN al più quotato connazionale Fabio Fognini. In realtà, il marchigiano di Ascoli Piceno aveva dovuto attendere più di tre anni per tornare a giocare un match in un tabellone principale ATP (il primo risaliva agli Internazionali d’Italia del 2014, quando perse lottando contro Bolelli dopo aver superato due turni di qualificazione). Era successo nientemeno che a Wimbledon, contro il giovane russo Rublev, anche lì dopo essersi qualificato: una sconfitta amara, in cinque set, che non aveva però demoralizzato più di tanto Stefano. Nello slam successivo, altra qualificazione e la vittoria su Fognini, prima di perdere al secondo turno con Viktor Troicki. Nell’unica altra apparizione nel circuito maggiore (Anversa), Travaglia si era di nuovo qualificato (a spese di Coppejans e Pospisil) per poi chiudere la stagione con qualche sconfitta nei challenger.

A Doha, altra avventura per accedere al main-draw superata brillantemente grazie alle vittorie su Safranek e Setkic poi, non senza un pizzico di fortuna, l’agevole successo nei confronti di Jabor Al-Mutawa, giocatore locale in tabellone grazie a una wild-card. Alla prova del nove, Travaglia ha poi ceduto all’argentino Guido Pella ma non è mancato il rammarico per un primo set in cui è arrivato a un solo punto dalla conquista (6-5 e servizio) prima di cedere la battuta, il tie-break successivo e quindi la seconda frazione per 6-3.

Matteo Berrettini, invece, in Qatar ha colto il primo successo ATP battendo il serbo Troicki in tre set molto combattuti. Il 21enne romano, anch’egli proveniente dalle qualificazioni (in cui aveva sconfitto il britannico Broady e il tedesco Marterer), era appena alla seconda partita ufficiale nel circuito maggiore – la prima era stata a Roma l’anno scorso contro Fognini – e ha palesato ulteriori confortanti progressi. Oggi però, contro il tedesco Peter Gojowczyk non c’è stato proprio nulla da fare: un doppio 6-2, dovuto sia alla qualità e potenza dell’avversario che dalla stanchezza accumulata nella sfida di ieri. Tuttavia, questo ko non ridimensiona per niente l’avventura del giovane italiano che avrà altre possibilità di dare seguito a quanto fatto vedere a Doha.

Peppe Nacca

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