Berrettini gigante di cristallo, Sinner senza pace: giornate grigie per il tennis italiano

Berrettini si infortuna agli addominali, la WADA ricorre contro Sinner. Pessime notizie per il tennis italiano

Per il ruolo che riveste, un redattore di testata giornalistica dovrebbe mantenere una certa fredda neutralità nel riportare le notizie di cui si occupa e commenta. Tuttavia, prima di essere un redattore che si interessa di tennis, sono da sempre un appassionato di questo bellissimo sport, soprattutto quando il tennis si tinge d’azzurro.

Due sono le notizie che hanno scosso ieri ed oggi il nostro movimento tennistico e riguardano due dei nostri giocatori più amati e seguiti, Matteo Berrettini e Jannik Sinner.

The Hammer purtroppo si è fatto male ancora. Durante il match con il francese Arthur Fils a Tokyo, Matteo è stato costretto al ritiro per problemi agli addominali dopo aver vinto il primo set al tie break. Non so più che dire e scrivere per esprimere il mio rammarico per questo ragazzo tennisticamente sfortunato.

Sono anni ormai che l’azzurro si infortuna a ripetizione e forse il Berrettini più forte non lo abbiamo mai visto in campo e forse non lo vedremo mai: questa interminabile catena di guai fisici a mio avviso gli ha impedito di esprimere al massimo il suo enorme potenziale tennistico.

Matteo, a dispetto della sua potenza, è un giocatore con una classe cristallina ma dai muscoli di cristallo e non ricordo infatti che sia mai riuscito a giocare un’intera stagione senza qualche stop forzato.

Il romano ha dimostrato nelle passate stagioni che in piena efficienza vale abbondantemente la Top Ten e senza più i Big3 in circolazione, un Berretto al meglio sarebbe un Top Five fisso.

Naturalmente auguriamo di cuore al Berretto un rapido ritorno alle competizioni e soprattutto tanta tanta salute e forza d’animo.

La seconda pessima notizia, come tutti già saprete, è il ricorso della WADA contro la sentenza di assoluzione di Jannik Sinner per la arcinota positività al Clostebol. Vi risparmio il freddo comunicato della WADA- che potrete trovare in rete ovunque- per arrivare subito al nocciolo della questione.

WADA non accusa Sinner di essersi dopato: l’appello verte sulla responsabilità oggettiva del tennista, sostenendo che Sinner aveva il dovere di controllare l’operato dei membri del suo team e che dunque è responsabile per ogni loro errore. Pena massima prevista, fino a due anni di sospensione dalle competizioni.

Bontà loro, l’Agenzia mondiale Antidoping non ha richiesto né la sospensione immediata di Sinner e neppure la revoca dei titoli vinti in questo periodo.

Jannik, dopo aver battuto Safiullin a Pechino in rimonta perché lui continua a vincere imperterrito nonostante tutto, commentando la notizia del ricorso, naturalmente si è detto deluso e stupito della decisione della WADA.

Lasciando da parte commenti complottisti o partigiani, mia convinzione personale è che il principio di responsabilità oggettiva vada riformato quanto prima, e non perché ci sia Jannik sulla graticola, ma perché ritengo che sia profondamente ingiusto.

Se si applicasse questo principio alla normativa penale, e se per assurdo Naldi e Ferrara avessero sfruttato la loro posizione per contrabbandare armi ad insaputa di Sinner, sarebbero finiti tutti e tre in prigione.

È un esempio assolutamente paradossale ovviamente, ma cerco di far capire a chi mi legge quanto sia contro il buon senso l’essenza di questo principio che, ripeto, dovrebbe essere immediatamente riformato se non abilito. Ognuno di noi dovrebbe essere responsabile per i propri errori, non per quelli commessi dagli altri.

Ora questa triste faccenda andrà avanti ancora mesi e mesi e come finirà nessuno lo sa. So solo che Jan continuerà a vincere perché lui è nato per giocare a tennis ed alzare trofei al cielo.

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