Bolelli & Fognini: London calling

Allora fanno sul serio. Non sembri irriverente questo incipit, ma Fognini e Bolelli stanno dando continuità alla loro stagione con la finale conquistata nella notte italiana ad Indian Wells. Dopo l’exploit della vittoria a Melbourne i due si erano separati per ragioni di programmazione: terra sudamericana per Fabio, duro indoor in Europa per Simone. Ma l’appuntamento col primo master 1000 della stagione li ha riuniti sulla scia, inutilmente vincente, della Davis.

E allora, ripetiamo, fanno sul serio, perché con questa finale e i suoi 600 punti, mettono un’altra seria ipoteca sull’obiettivo Londra 2015. Infatti lo scorso anno la coppia Butorac-Klaasen fu l’ultima a strappare il biglietto per la O2 Arena con 3385 punti, ovvero poco meno di 500 in più dell’attuale patrimonio dei nostri giocatori (2095+600 in caso di stop in finale ad IW). Se è evidente quanto Fognini sia lontano dal suo miglior tennis e dalla concentrazione necessaria per esprimerlo con continuità in singolare, altrettanto chiaro è il contributo in termini di serenità che un giocatore in fiducia come Bolelli è in grado di offrirgli, leggere alle voci “responsabilità” ed “equilibrio”.

Il servizio del giocatore di Budrio infatti appare solidissimo, così come anche la qualità dello scambio di fondo, teso, pressante, specie sulla diagonale di rovescio, la cui efficacia consente di girarsi rapidamente sul dritto e fare sconquassi in territorio avversario. Fognini passa e risponde con grande facilità, sfruttando a pieno la sua qualità migliore, ovvero la velocità di braccio e il suo tocco a rete, talvolta non adeguatamente sottolineato dalle cronache tennistiche.

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Il doppio, così bistrattato in inizio carriera da Fabio, che lo frequentava passim puntando giustamente al singolare come priorità a lungo periodo, sta invece portando punti, vittorie, fiducia e prize money dalle parti di Arma di Taggia. Positiva quindi l’idea di dare ora continuità a questo progetto, non solo in chiave Davis, ma soprattutto per la carriera di questi giocatori le cui qualità si sposano perfettamente col doppio moderno, interpretato in chiave powertennis e non solo attraverso chip&charge o serve&volley.

E se qualcuno, in passato, nell’entourage ligure aveva storto il naso circa un futuro da “doppista”, forse ora si sta ricredendo, perché questi due giocatori hanno già raggiunto due semifinali slam in passato oltre alla vittoria di Melbourne. Infine, last but not least, il tabellone di Indian Wells. Fognini e Bolelli hanno sconfitto giocatori di solidità notevole, già al primo turno, non essendo testa di serie, avevano pescato “male”, ovvero i vincitori del RG, Benneteau Roger-Vasselin, non esattamente due peones: 6-2 6-3 lo score finale, che non ammette repliche e commenti di sorta.

Al secondo turno KlaasenPaes (e non tale “Leander” come riportato dal sito di Sky…), altri specialisti, con l’indiano veterano del circuito ma osso durissimo da battere, infatti il risultato finale parla di un match tirato 6-4 4-6 10-2, e per gradire lo scalpo eccellente, ovvero NadalCarreno-Busta, che pur non essendo una coppia abitué del circuito, rappresenta sempre un ostacolo vero, col maiorchino che in terra di California non ha fatto mai sconti agli specialisti. Infine la tds #2, i fortissimi DodigMelo, già evitati a Melbourne (dove erano stati sconfitti in semifinale), ma ostici come pochi.

Non possiamo parlare per questo match di una “prova del 9” alla Rino Tommasi, perché sulla carta la coppia brasilianocroata è più forte di NadalCarreno Busta, ma con i nostri c’era poco da essere pessimisti. Avanti subito di un break, i “fichis” (come qualcuno comincia a chiamarli) hanno martellato in risposta, con percentuali faraoniche di redditività sulla seconda di servizio dei loro titolati avversari, prossime al 60 % per tutto il match.

Stessa musica anche nel secondo parziale con i nostri a prendere subito il break di vantaggio e chiudere in sicurezza il match togliendosi poi la soddisfazione di un secondo break per chiudere il match. Che dire? Per le “chichi’s” che salutano (misteriosamente, ma non troppo) il circuito ecco pronti i “fichis” a rimpiazzarle. Ci vediamo a Londra.

di Alberto Maiale

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