Boris Becker: “Zverev non è più lo stesso dopo la finale degli Australian Open”

Una crisi di fiducia dopo Melbourne

La finale degli Australian Open avrebbe dovuto segnare una svolta nella carriera di Alexander Zverev. Invece, quella sconfitta bruciante contro Jannik Sinner sembra aver lasciato una ferita profonda, trasformando un possibile trampolino di lancio in una zavorra psicologica. Da allora, il rendimento del tedesco è crollato: solo sei vittorie nelle undici partite disputate dopo Melbourne e due eliminazioni premature nei Masters 1000 di Indian Wells e Miami.

La stessa leggenda del tennis Boris Becker, parlando nel suo podcast con Andrea Petkovic, ha indicato nel calo mentale la radice del problema: “Non è più così convinto di sé come lo era a Melbourne o sul finire della scorsa stagione”. Per Becker, l’aspetto psicologico rappresenta la vera chiave tra la vittoria e la sconfitta per il tedesco.

L’ombra di Becker e le voci su una collaborazione

Non sorprende quindi che le voci su una possibile collaborazione tra Zverev e Becker abbiano iniziato a circolare con insistenza. L’ex numero uno del mondo ha già dimostrato in passato, portando Novak Djokovic a sei titoli Slam, di saper fare la differenza da “supercoach”. Ma Zverev, almeno pubblicamente, chiude la porta a ogni speculazione: “Boris e io abbiamo una super connessione. Se succederà qualcosa, lo saprete. Fino ad allora, potete continuare a speculare”. E ai tifosi che sognano un’accoppiata tutta tedesca, risponde secco: “Io sogno di vincere tornei”.

Al momento, la guida tecnica di Zverev resta nelle mani del padre, Alexander Senior, ma l’eventuale ingresso di Becker nel team potrebbe rappresentare la scossa giusta per riportare il tedesco ai livelli pre-infortunio.

Monte Carlo e la sfida della terra

Con l’inizio della stagione europea sulla terra battuta, Zverev ha un’occasione d’oro per invertire la rotta. A Monte Carlo, torneo che si disputa nella sua attuale residenza, l’obiettivo è uno: ritrovare fiducia. “Per me adesso la cosa più importante è vincere partite e recuperare fiducia. Che sia terra, cemento o erba, non conta. Ma certo, sulla terra mi sento a mio agio”, ha spiegato.

E in un momento in cui Jannik Sinner è fermo fino al 4 maggio per squalifica (doping, ndr), Zverev ha addirittura una minima possibilità di scalare fino alla prima posizione mondiale. Ma per farlo dovrà compiere un’impresa: vincere consecutivamente i tornei di Monte Carlo, Monaco di Baviera e Madrid. Una montagna da scalare, specie con la forma attuale.

Il sogno Roland Garros

L’obiettivo finale, però, resta chiaro: il Roland Garros. È lì che Zverev vuole arrivare al massimo della forma, pronto a trasformare l’ennesima delusione in gloria. Perché, come lui stesso ammette, la finale persa a Melbourne lo ha “mentalmente svuotato, mi sentivo molto giù e anche molto stanco”. Ma sulla terra, la superficie che più ama, il riscatto potrebbe davvero iniziare.

Tra voci di panchina, crisi di fiducia e sogni di gloria, Alexander Zverev si trova di fronte a un bivio. E la stagione europea sulla terra potrebbe essere il suo banco di prova decisivo.

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