TENNIS La bellezza di 180 punti ATP e 107.830$: questo è il bottino che il giovane Borna Coric, piccolo diavolo del circuito nonché unico teenager insieme a Nick Kyrgios attualmente in Top100, è riuscito a portarsi a casa dalla trasferta negli Emirati Arabi Uniti visto il sorprendente raggiungimento della semifinale.
Tuttavia, quanto può contare effettivamente questo risultato nell’economia del gioco della giovane promessa di Zagabria?
I dati parlano chiaro tanto quanto il risultato finale: Coric è partito dalle qualificazioni, e se la vittoria contro Daniel Munoz-De La Nava non ha inpressionato particolarmente, la sconfitta subita dal vantaggio di un set a zero contro il francese Fabrice Martin ha lasciato più di una perplessità sulla sua condizione psicofisica, almeno fino al ritiro di Philipp Kohlschreiber che gli ha spianato la strada per il main draw come lucky loser. Bene la vittoria contro Malek Jaziri, ma da lì in poi tanta tanta fortuna. L’intenzione non è quella di sminuire un risultato così importante, ma per evitare di far sembrare oro ciò che ancora non luccica poi così tanto.
Il ritiro di Marcos Baghdatis sul 4-4 del tie-break del terzo set e la pessima prova di Andy Murray nei quarti hanno confermato l’efficacia della sua buona stella, anche se a tennis, va detto, si gioca sempre in due, ed i suoi meriti il buon Borna li ha eccome, nonostante lo stop dato dalla nettissima sconfitta odierna contro un Roger Federer troppo superiore.
Il secondo (anno) secondo me, come diceva Caparezza, è sempre il più difficile, e se si pensa alla consacrazione di un giovane tennista questa tesi non può che trovare conferma con le ultime prove delle giovani speranze per il prossimo futuro: Alex Zverev, Belinda Bencic ed altri ancora non hanno saputo fin qui confermare la carica portata al circuito dall’esplosione del primo anno, Coric compreso.
Per quanto la diagnosi possa sembrare complicata, il problema sembra risiedere nella carenza di continuità a vari livelli, tra programmazione e gestione delle varie situazioni che si vanno ad affrontare nel corso dell’anno, tra terreni diversi, pubblico, punti da difendere e soprattutto tensione e qualità mentali, il tutto farcito da una prematura celebrità indubbiamente di difficile gestione.
Il problema, in fondo, è solo di chi vuole tutto e subito, anche se questi risultati possono gettare un minimo di fumo negli occhi rispetto alle reali possibilità di Coric e compagni nella stagione in corso. In prospettiva, e di prospettiva ce ne vuole sempre tanta, Coric rappresenta una tra le più fulgide realtà in continua crescita di tutto il panorama tennistico, e dare peso solo ad un torneo resta sempre un errore da matita blu, visto che nel mondo del tennis come in tanti altri sport, in un anno più cambiare tutto quanto, e anche di più.
Le caratteristiche per imporsi prepotentemente nel circuito maggiore sono merce rara, e se Coric & co. hanno dimostrato di possedere ciò che ci vuole è sempre meglio ricordare che tra avere il talento e saperlo far esprimere c’è tanta differenza quanto tra il giorno e la notte. Il bello del tennis è proprio qui, che tutto si archivia e si passa alla prova successiva, con nuovi dubbi ed una nuova coscienza di sé, visto che per restare al top non ci sono troppe occasioni per adagiarsi sugli allori. Coric lo sa, e se la prossima volta andrà tutto storto sapremo che niente sarà perduto, tantomeno l’ennesima occasione per continuare a sognare.