L’INCONTRO DELLA VITA – Quando la compianta Jelena Gencic vide arrivare quel bambino che aveva speso interi pomeriggi osservando i suoi allievi allenarsi, e che lei aveva infine invitato a giocare , non ebbe alcun dubbio: la scintilla in lui c’era , la stessa scintilla che lei aveva già visto in quel prodigio chiamato Monica Seles.Da quel momento inizia un lungo e tortuoso cammino ,un cammino sia educativo che tennistico. Il percorso che Novak Djokovic avrebbe compiuto, al pari di tanti suoi coetanei ,è stato costellato dalle classiche difficoltà che incontra ogni giovane aspirante tennista professionista. Fosse nato a Sud di Trieste, molto probabilmente, il piccolo Novak non sarebbe stato notato né tanto meno seguito. Magro, forse troppo, e quindi non dotato di quella “esplosività fisica” che solo i precoci hanno e che sembra essere requisito indispensabile per vedersi attribuita una qualche “futuribilità”, Nole avrebbe rischiato di fare ben altro nella vita che non il tennista. Ma, per sua e nostra fortuna, così non è stato.
L’ASCESA AL TRONO ATP – Nel 2003, a sedici anni Djokovic è “soltanto” settantaquattresimo nella classifica ITF. Ebbene, tre anni dopo vince il suo primo titolo Atp e cinque anni più tardi , a vent’anni, compiuto il primo grande stadio evolutivo, arriva il primo Slam a Melbourne.Ma si dovrà attendere il 2011 per vederne espresse le immense potenzialità. La soluzione dei suoi problemi alimentari, dovuta all’incontro col dottor Igor Cetojevic avvenuto nel 2010, da il là al completamento della sua evoluzione, fisica e tennistica. Da quel momento Novak diventa Djoker e poi , con l’arrivo di Boris Becker nel suo box, Supernole.La sua figura diviene un fascio di muscoli incredibilmente elastici, pronti a supportare un gioco da ribattitore sopraffino e ad elevarne ai massimi livelli la capacità di far viaggiare la palla a velocità e ritmi insostenibili per gli avversari. La sua mente, allenata sin da piccolo da Jelena Gencic alla tranquillità, grazie alla musica classica e alle poesie, è capace di una continuità di focus mai vista prima su un campo da tennis.Accanto a lui , dall’età di diciotto anni, vi è Jelena Ristic, sua dolce metà, mamma del piccolo Stefan e ispiratrice nelle tante iniziative umanitarie ed imprenditoriali che Nole ha avviato ormai da anni.
L’UOMO DEI RECORD – Elencare i titoli vinti da Supernole è esercizio che lasciamo volentieri agli amanti dei freddi numeri. Ciò che conta è sottolineare che,piaccia o meno, Novak Djokovic è il miglior interprete del tennis ipertecnologico. Una rivoluzione che ci ha fornito strumenti incredibili e che ha mutato, forse per sempre, il modo di pensare, strutturare e costruire il gioco stesso. Amatissimo dai suoi tifosi, Nole lo è molto meno dai supporters dei due suoi storici rivali Roger Federr e Rafa Nadal; la cui diarchia è stata da lui spezzata. Un “peccato” ai loro occhi imperdonabile . Djokovic non è , e forse mai sarà, il supercampione osannato dalle folle. Eppure il 7 luglio 2014 , il ragazzo di Belgrado , ha conquistato il numero 1 del ranking e,meno di due anni dopo, doppia il numero 2 divenendo così il numero 1 più dominante della storia del tennis.Forse questo, e i tantissimi trofei vinti, non basterà ad assicurargli la simpatia delle folle, ma di certo è più che sufficiente per assicurargli un posto tra le leggende dello Sport.