MONTE-CARLO, MONACO - APRIL 09: Carlos Alcaraz of Spain plays a backhand against Francisco Cerundolo of Argentina during the Men's Singles Second Round match on day four of the Rolex Monte-Carlo Masters at Monte-Carlo Country Club on April 09, 2025 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Carlos Alcaraz è tornato. Dopo un periodo segnato da incertezze e pressioni, il talento spagnolo ha conquistato la sua prima finale al Masters 1000 di Montecarlo, superando con autorità il connazionale e amico Alejandro Davidovich Fokina in due set: 7-6(2), 6-4. Un successo che non è solo tecnico, ma soprattutto mentale, e che lo rilancia con forza tra i protagonisti più attesi sulla terra battuta.
Al termine della partita, Alcaraz ha mostrato un atteggiamento maturo e riflessivo, consapevole dei progressi fatti ma anche del cammino ancora da percorrere: “Sono contento di aver raggiunto questo livello, ma credo di poter fare meglio. Una volta che ti abitui alle condizioni della terra, devi continuare a crescere e migliorare. In finale cercherò di alzare ancora l’asticella.”
La semifinale ha messo di fronte due giocatori che, oltre a condividere la cittadinanza, hanno un rapporto personale profondo. E proprio questo legame ha rappresentato per Alcaraz una sfida nella sfida: “Giocare contro un amico come Davidovich è complicato. Sai già cosa farà in certe situazioni, puoi prevedere alcune scelte. Questo rende il match più semplice da un lato, ma mentalmente più difficile dall’altro, perché l’amicizia è reale. Sono contento di essere riuscito a mettere da parte tutto questo, essere un po’ egoista e pensare solo a me stesso.”
Una partita solida, dominata con continuità e determinazione, che Alcaraz ha definito “la migliore giocata finora in questo torneo”. Il numero 3 del mondo non ha mai permesso al suo avversario di prendere il controllo: “Non gli ho lasciato spazio per entrare in partita, ho mostrato il mio buon tennis dall’inizio alla fine.”
Tra i motivi della ritrovata brillantezza di Alcaraz c’è una nuova consapevolezza maturata dopo il tour americano. Il forfait di Jannik Sinner, che ha lasciato un vuoto nei grandi eventi primaverili, ha riversato su di lui una valanga di aspettative. “Da quando Jannik non ha potuto giocare, tutti mi chiedevano se fosse il mio momento per tornare numero uno o vincere altri tornei. Alla fine ci pensavo troppo. Mi sono dimenticato di godermi il tennis.”
Ma dopo Miami qualcosa è cambiato: “Mi sono reso conto che non devo pensare ai risultati o a quello che dice la gente. L’unica cosa importante è divertirmi, godermi il campo. Questo è il mio percorso, e finora sta funzionando.”
Nonostante il momento positivo, Alcaraz non vuole correre troppo con la mente. Quando gli viene chiesto della possibilità di un duello al Roland Garros con Novak Djokovic, risponde con umiltà e ironia: “È sempre bello giocare contro di lui, perché puoi capire a che livello sei. Potrebbe essere qualcosa di grande, ma è ancora lontano. Prima ci sono tanti tornei e molte cose possono accadere.”
Parole che riflettono una maturazione evidente, non solo tecnica ma anche personale. Alcaraz ha ritrovato il sorriso, la leggerezza e il piacere del gioco — tre ingredienti fondamentali per chi punta a scrivere la storia del tennis. La finale di Montecarlo sarà una nuova prova del suo percorso, ma il messaggio è chiaro: “Devo solo divertirmi.” E quando lo fa, il mondo si accende.
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