Carlos Moya: “Raonic, un treno da non lasciar scappare”

Lo spagnolo Carlos Moya parla di come sia nata l'idea di allenare Milos Raonic, dimostrandosi molto emozionato, ma allo stesso tempo determinato nel suo nuovo ruolo.

Anno nuovo, vita nuova. Questo è senza alcun dubbio il pensiero di Milos Raonic e Carlos Moya. Infatti, il canadese ha annunciato due giorni fa l’arrivo dello spagnolo come nuovo allenatore (insieme a Ricardo Piatti), con il quale lavorerà assieme per l’intero 2016, anno che promette grandi cose per loro. L’ex numero uno al mondo ha parlato di questa nuova unione che ha lasciato stupito tutto il circuito ATP.

Il mio lavoro è di essere l’allenatore, assieme a Piatti. Ricardo conosce Milos meglio e starà sempre con lui, mentre io viaggerò solamente per circa 15 settimane. Piatti effettuerà l’allenamento quotidiano nella base, a Monte Carlo, di settimana in settimana. Durante i tornei faremo a turno, può darsi che ci sia una volta in cui saremo assieme, altre solo lui (Piatti, ndr) ed altre solo io” ha affermato il trentanovenne maiorchino.

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Milos ed io abbiamo preso contatti da quando si è lasciato con Ljubicic. Il suo manager mi ha contattato e mi ha chiesto la disponibilità a viaggiare con lui, spiegando un po’ il progetto. In un primo momento ho detto di si, era eccitante, così poi durante l’IPTL ci siamo conosciuti di più, ci siamo allenati insieme, scambiati opinioni … credo che questo non sia sufficiente per sapere di tennis, ci si deve trovare bene con il giocatore. Poi, dopo una settimana, vale a dire, qualche giorno fa, mi hanno comunicato che lui è felice e pensa che io sia la persona che lo può aiutare in questo progetto” ha spiegato Moya, che con Raonic sarà alla sua prima esperienza da allenatore nel circuito ATP.

Indipendentemente dal risultato, questa è un’idea meditata molto sul serio, che cerca di raccogliere i frutti nel tempo. “In linea di principio è un progetto a lungo termine. Se funziona, ovviamente, altrimenti sarà a breve termine. Non c’è ancora nulla di certo, ma l’idea è di viaggiare circa 15 settimane all’anno”, ripete l’ex numero uno del mondo, primo spagnolo nella storia a conseguire questo traguardo. Con Raonic, Moya ha tra le mani un diamante grezzo da saper guidare, con il quale serve pazienza, qualcosa che il giocatore stesso ha ammesso di non avere in grande quantità.

E ‘presto per fissare obiettivi. Per un giocatore come Milos l’importante è non infortunarsi, penso che senza problemi di questo genere sia un giocatore senza limiti, cosa che crede anche lui e questo è ciò che mi dà fiducia. E? un giocatore con un potenziale illimitato, anche se deve migliorare una serie di cose, perché si può sempre migliorare. La perfezione non esiste, neanche nel caso di Federer, Djokovic, Rafa, nessuno. Molto meno se si è qualcuno che deve ancora crescere”, dice lo spagnolo.

Molti erano coloro che vedevano Moya pronto a fare questo salto come allenatore (senza contare la Coppa Davis), anche se forse non ci si aspettava che il prescelto fosse Raonic. Quante volte abbiamo letto che era stato scelto per far parte del cerchio di Nadal? “Non mi hanno mai nemmeno proposto niente, ma penso che il team tecnico di Rafa sia molto chiaro, molto solido. A Rafa piace avere tutto sotto controllo, nessun nuovo elemento, tutti che si conoscono da molto tempo e si integrano perfettamente, credo che finirà la sua carriera con quella squadra e questo è qualcosa di positivo per lui. Ha attraversato un piccolo periodo di difficoltà e penso che abbia fatto bene a non cambiare nulla, si è reso conto che quello con cui deve andare avanti ce l’ha già. Sono sicuro che avrà un grande 2016, lo vedo molto motivato e tranquillo”, parola di uno dei grandi amici di Nadal nel circuito.

All’orizzonte ci sono solo Milos Raonic e l’Open di Australia, dove si inizia ad unire le forze. “Affronto con entusiasmo e gioia, è una sfida personale e un treno difficile da farsi scappare, trattandosi di un giocatore con tale potenziale. Voglio dedicare le mie energie a Milos e sicuramente l’esperienza di Coppa Davis mi serve, anche se la Davis è più una gestione di squadra”, ha detto l’ex capitano dell’Armada, la nazionale spagnola di Davis.

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“Prima di accettare questo lavoro ne ho parlato con mia moglie e, anche se è chiaro che 15 settimane non è facile, la sfida è emozionante e sono sicuro che andrà tutto bene”, dice Moya, con le valige pronte cariche di speranze per questa grande avventura. ‘Charly’, benvenuto a bordo.

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