Nella storia dello sport, ci sono stati tantissimi atleti che, pur avendo a disposizione un grande talento, non ce l’hanno mai fatta a varcare il confine che separa un buon giocatore da un campione. Nel tennis lo spartiacque che divide queste due categorie di sportivi, è la conquista di un torneo dello Slam.
Grigor Dimitrov, dopo una serie di trionfi nel circuito juniores, fu additato come uno dei pochi in grado di oltrepassare questa linea di demarcazione. Fino al 2014, quando entrò per la prima volta in top 10, sembrava mantenere fede alle aspettative; improvvisamente è entrato in una crisi infinita di risultati, che lo ha tormentato per 1 anno e mezzo. Durante questo periodo negativo, il bulgaro era poco sereno, spesso con la testa altrove, prevedibile in campo e a corto di soluzioni. Quando le cose non vanno per il verso giusto, la prima cosa che si fa è cambiare coach. Così, nell’angolo del bulgaro, si sono susseguiti diversi allenatori, ma, solo l’ultimo in ordine di tempo, Dani Vallverdu, è riuscito a risollevare le sorti e il morale del 25enne di Haskovo. Dimitrov, grazie a un’ottima seconda parte di stagione, è tornato tra i primi 20 del mondo e, nel 2017, vuole spingersi ancora più avanti. A tal proposito, recentemente ha raccontato a Chris Oddo di Tennis Tv, degli obbiettivi che lo attendono. In questa lunga chiacchierata, prima ha dichiarato di voler partecipare alle Finals il prossimo anno, poi, ha affermato di sentirsi pronto per realizzare il suo sogno, la sua ossessione: vincere uno Slam.
Con l’aiuto di Vallverdu ha imboccato la giusta strada, quella del duro lavoro. Adesso, un passo alla volta, deve raggiungere l’Olimpo del tennis, perché sarebbe davvero un peccato, dover narrare alle generazioni future la storia dell’ennesimo talento che non è riuscito a superare quella maledetta linea.