Emozioni a non finire sul Campo Centrale del Circolo Valletta Cambiaso: Lorenzo Sonego, campione in carica e testa di serie numero 1, vince ancora e ci fa gioire ancora. Ribalta il match più volte, si esalta spinge contro un Davidovich Fokina a tratti ingiocabile e conquista il trofeo per la seconda volta consecutiva.
La partita doveva cominciare alle 18, ma tra il recupero della sfida di doppio (vinta dalla coppia formata da Ariel Behar e Gonzalo Escobar sugli argentini Andrés Molteni e Guido Andreozzi) e la pioggia, non si è potuto giocare fino a tarda serata. Tra qualche polemica del pubblico genovese infuriato per il mancato rinvio del match al pomeriggio seguente e la stanchezza mista a felicità dei pochi superstiti sul Centrale, comincia il match ed è subito 3-1 Sonego, aiutato dal tifo sfrenato di casa. In pochi minuti si arriva subito al 6-2 che sembra incanalare il match nella direzione giusta. D’altro canto, sia con Hanfmann al secondo turno, sia con Travaglia ai quarti, il buon Sonny ci aveva messo poco. E considerata la giornata travagliata e il tifo non a favore, Davidovich Fokina, lecitamente, era un po’ sottotono.
Poi, boom: MTO per lo spagnolo, e tutto cambia. Si va di nuovo sul 2-0 per Sonego, Davidovich sfascia una racchetta dopo aver commesso un doppio fallo e aver sparato un dritto in rete e decide di uscire allo scoperto: passanti, dritti incrociati, palle corte. Tutto il repertorio lo mette in scena, e benissimo. Sonego non sa più che pesci prendere: vincente spagnolo dopo vincente spagnolo, 3-1, 3-2, 3-3, 3-4, fino ad arrivare al 6-4 per Davidovich nel secondo parziale che fa passare l’inerzia del match dalla parte del classe 1999 nato a Malaga. Aiutato dal suo angolo, composto dal suo allenatore Jorge Aguirre e la sua ragazza, piano piano acquista fiducia e torna sui livelli visti gli scorsi giorni. Questo ragazzo è stato fin dal primo turno impressionante, con una capacità di cambiare ritmo allo scambio fuori dal comune per la sua età, oltre ad una potenza e un affondo nei colpi simili a quella di solidi fondocampisti come Novak Djokovic e Kei Nishikori (per esagerare). E ha continuato ad esserlo, impressionante, almeno fino a metà del terzo set.
Il ragazzo di casa, Lorenzo Sonego, adorato dal pubblico ligure, sembra quasi intimidito dalla potenza di Davidovich Fokina. Lo spagnolo, convinto, con la lucidità di chi sa di avere il futuro dalla sua parte, ma sempre con la rabbia e l’ingenuità del 20enne, si porta sul 5-4 con break. È fatta, ma è qui che arriva Sonny: l’uomo che ha annullato match point ad Antalya per trionfare nel suo primo ATP 250, l’uomo dei quarti a Monte Carlo, l’uomo delle rimonte. Rimonte con le palle. Non lascia un punto a Fokina ed è subito 5-5. Da lì, uno psicodramma: nessuno la voleva vincere. Quasi come se la volessero perdere entrambi, meritavano troppo tutti e due, visto l’andamento della partita. E come succede in questi casi, la partita va a chi è in grado di tenere la mente lontana dal pensiero di vincere. Arrivato 4-0 nel tie-break, Davidovich Fokina ha commesso l’errore di pensare a come festeggiare: Sonego, da veterano, si riporta sul 4-3 e, punto dopo punto, emozione dopo emozione, sconfigge la paura e anche la storia. Sonego diventa il primo giocatore nella storia a vincere due volte consecutive il Challenger di Genova, più importante torneo italiano di categoria e secondo in generale dopo gli Internazionali di Roma. Scusate se è poco.
Dunque, siamo stati fortunati. Abbiamo assistito, chi c’era, ad una delle partite più belle della storia del torneo e abbiamo ammirato il futuro: sia del tennis mondiale, perché questi due ragazzi ci faranno davvero divertire, sia, orgogliosamente, del tennis azzurro. Lorenzo Sonego è un azzurro vero, uno che fa la storia senza rendersene conto. Un uomo d’acciaio. Uno vero, e a noi piace così. Evviva Sonny, evviva il bel (e buonissimo) tennis italiano. Abbiamo aspettato fino all’1.45 di notte e non ce ne siamo neanche accorti. Al prossimo anno.