Fabio Fognini spazza via tutti i dubbi che si era trascinato con sè dopo la sofferta e rocambolesca vittoria all’esordio contro Kukushkin e lo fa nel migliore dei modi, vale a dire vincendo e convincendo. Giornata davvero positiva per l’azzurro, capace di mandare al tappeto un avversario ostico come Rublev, ma soprattutto autore di un’ottima prestazione, che denota una più che buona condizione fisica e che conferma le enormi potenzialità del tennista di Arma di Taggia – anche se ormai non sono una novità – da non sottovalutare per il resto del torneo, ma a dire il vero per tutto il resto della stagione. Quinta sconfitta in sei precedenti per il tennista russo contro Fognini, il quale ha bissato agevolmente la vittoria ottenuta quest’anno a Montecarlo – che diede vita alla memorabile cavalcata del tennista azzurro – ma anche la vittoria dell’anno scorso qui a Pechino, sempre al secondo turno. Appena un’ora e un quarto è servita alla testa di serie numero sei per avere la meglio del suo avversario, che ha provato a contrastare l’efficace gioco di Fognini ma non è riuscito in alcun modo a portare l’inerzia del match dalla sua parte, lasciando costantemente il pallino del gioco nelle mani dell’azzurro. Un paio di recuperi mozzafiato di Fabio hanno entusiasmato gli spettatori presenti sulle tribune e non solo, ma soprattutto hanno complicato la vita a Rublev, che nonostante spingesse con colpi piuttosto potenti e ben piazzati, si trovava spesso costretto a giocare un colpo in più o talvolta a reinventarsi totalmente lo scambio.
È stata proprio questa la chiave del match, che ha visto nel complesso un buon Rublev obbligato a sudarsi il punto fino alla fine ed andando diverse volte incontro all’errore gratuito, nonchè alla frustrazione – come testimonia l’avvertimento rimediato per aver scagliato con violenza una pallina in tribuna. Molto bene, invece, Fabio, che ha amministrato la situazione per un set e mezzo, salvo rischiare di dilapidare il suo notevole vantaggio nel finale. Nella parte finale della seconda frazione di gioco i servizi hanno infatti perso la loro efficacia ed i break si sono susseguiti a ripetizione. Fortunatamente, ma allo stesso con delle soluzioni tattiche piuttosto intelligenti, Fognini ha tenuto il servizio nel decimo gioco ed ha staccato il pass per i quarti di finale, dove troverà Karen Khachanov. Si tratterà del primo confronto in carriera tra i due, che finora non si sono mai incontrati nel circuito Atp.
Indubbiamente l’azzurro dovrà migliorare il rendimento con la seconda di servizio, oggi un po’ traballante, e dovrà cercare di rispondere al meglio delle sue possibilità per cercare di disinnescare l’imponente servizio del russo, molto più pericoloso di quello del suo connazionale Rublev. Il compito sarà tutt’altro che facile – basti pensare che oggi contro Chardy, Khachanov non ha concesso neppure una palla break, mentre all’esordio contro Cuevas le ha annullate tutte – anche nel caso si dovesse giungere al tie-break, dato che il russo ne ha disputati e vinti ben tre questa settimana su quattro set in totale. Una motivazione extra per l’azzurro potrebbe essere la difesa della semifinale dell’anno scorso – quando si ritirò prima ancora di scendere in campo contro Del Potro – benchè soprattutto la questione Finals. Fognini al momento fa infatti parte della bagarre che assegnerà gli ultimi due posti per Londra – dando ovviamente per scontato che Thiem e Tsitsipas, staccati ma non aritmeticamente qualificati, non avranno difficoltà a volare alla O2 Arena – ed una vittoria di tale importanza gli garantirebbe di essere ancora più vicino al gruppo. Se l’Atp 500 di Pechino è un preludio di ciò che ci aspetta nel finale di stagione, allora possiamo già iniziare a sfregarci le mani. E magari a sognare in grande grazie ai nostri due italiani.
[8] F. Fognini b. A. Rublev 63 64