Prima di addentrarci in qualsiasi considerazione o pronostico su chi potrà concludere la stagione al numero uno del ranking ATP, è bene chiarire il meccanismo attraverso il quale i giocatori guadagnano i punti nei tornei. L’ago della bilancia saranno probabilmente gli US Open (che scatteranno il 28 agosto), quindi prenderemo come esempio il metodo di assegnazione di punti negli Slam. Il primo classificato guadagna 2000 punti, il finalista 1200, i semifinalisti 720 e i quarti di finale assegnano invece 360 punti (e così via). Non è finita qui, però: prendiamo ad esempio il caso di Stan Wawrinka, campione in carica dello Slam americano; se lo svizzero, anziché confermarsi campione, dovesse arrendersi in finale, perderebbe la bellezza di 800 punti (ai 2000 dello scorso anno verrebbero sottratti i 1200 guadagnati nel 2017). Allo stesso modo, l’ex campione a Wimbledon Andy Murray, con la sua uscita ai quarti di finale di quest’anno ha perso in classifica ben 1640 punti (2000-360).
Passiamo ora alle considerazioni tecniche. Con la conferma della partecipazione al Master 1000 di Montreal, si è reso ancor più evidente di quanto già non lo fosse il fatto che a Roger Federer (attualmente numero quattro del mondo, con 6545 punti) la testa della classifica interessi, eccome. Appena dopo la vittoria di Wimbledon, le sue dichiarazioni avevano reso più chiaro l’obiettivo alle orecchie di tutti: “Per me significherebbe molto tornare numero uno”, aveva detto. L’ultima volta che lo svizzero guardò dall’alto in basso tutti i suoi colleghi fu nel novembre 2012, e, giunto a questa fase, non ha alcun punto da difendere dalla stagione 2016 sul cemento in quanto l’aveva saltata per infortunio. Per Roger, quindi, tutto da guadagnare e nulla da perdere; inoltre, in questo status di Re Mida del tennis sembra trovarsi più che bene. E’ lui l’indiziato numero uno per la testa della classifica mondiale.
Il discorso diventa totalmente diverso per Andy Murray. Lo scozzese si trova attualmente ancora al numero uno del mondo con 7750 punti all’attivo, ma il manteniamo del suo attuale ranking è per lui quasi un’impresa, dato che l’anno scorso, nell’ultima parte di stagione, aveva messo il proprio sigillo sui tornei di Pechino, Shangai, Vienna, Parigi e Londra. Non aveva però preso parte al Masters di Montreal, aveva raggiunto la finale a Cincinnati ed era riuscito ad approdare “solo” ai quarti a Flushing Meadows, prima di perdere in cinque set contro Nishikori. Tuttavia, Murray non è in perfette condizioni psicofisiche: i problemi all’anca lo avevano fatto zoppicare sull’erba dell’All England Lawn durante i cambi di campo e la prematura uscita ai quarti di finale è in parte dovuta anche a questo.
Per quanto riguarda Rafael Nadal, attuale numero due ATP con 7465 punti, la strada per la vetta sembra essere meno tortuosa di quella per Murray, ma comunque complicata. Nonostante il suo prematuro addio all’erba londinese di quest’anno, Rafa ha comunque guadagnato punti in classifica, perchè l’anno scorso non aveva preso parte al torneo più prestigioso a causa di un guaio al polso. Guardando al duro, bisogna ricordare che il maiorchino vinse l’ultimo titolo sul cemento della sua carriera nel 2014 a Doha, dove sconfisse in finale Gael Monfils. In ogni caso, può guadagnare punti importanti alla Rogers Cup di Montreal (a cui l’anno scorso non partecipò) e anche ai tornei di Cincinnati e New York, dove perse in entrambi i casi ai sedicesimi (rispettivamente contro Coric e Puoille). Nadal, in tutto ciò, ha comunque un problema ben più grande, che risponde al nome di Roger Federer.
Non è finita qui. Oltre ai tre (chi più, chi meno) possibili numero uno al termine della stagione 2017, bisogna prestare attenzione ad altri tre giocatori, sempre e comunque da tener d’occhio quando si parla di zone alte della classifica. La prima sorpresa potrebbe essere Stanislas Wawrinka, che l’anno scorso ha vinto gli US Open ed è arrivato in semifinale a Toronto, ma ha perso ai sedicesimi sia a Shangai che a Cincinnati. Ciò consente allo svizzero di guardare alla restante parte della stagione con ottimismo, considerando anche che i colleghi davanti a lui potrebbero perdere punti preziosi nel ranking (ora è quarto, a meno di 800 punti da Federer). Altra sorpresa, e in questo caso davvero con i fiocchi, sarebbe quella di vedere il giovanissimo Dominic Thiem sulla vetta della classifica mondiale: la parte finale della sua stagione 2016 è stata decisamente da dimenticare. L’austriaco ha perso al primo turno a Toronto, è arrivato ai quarti a Cincinnati e si è ritirato ai sedicesimi nel match con Del Potro a Flushing Meadows; gli è andata anche peggio al Masters di Parigi, in cui ha perso all’esordio contro Sock. Per l’attuale numero sette del ranking non sarà difficile migliorare la sua attuale classifica (considerando anche che davanti a sé ha Djokovic, fermo per il resto dell’anno). Al contrario, invece, il croato Marin Cilic, ha condotto bene l’ultima parte della stagione 2016, vincendo a Cincinnati e Basilea e arrivando in finale a Tokyo. Anche a lui resta comunque, almeno matematicamente, il sogno di vedersi sul tetto del mondo, dato che può migliorare il risultato degli US Open (dove è uscito al terzo turno) e del Masters di Shangai (in cui ha perso alla prima partita contro Zverev). Il circuito maschile avrà presto un Re, che per il momento è sconosciuto e senza corona.