Circuito ATP: buon compleanno a Novak Djokovic

Compie oggi 32 anni il numero uno del mondo. Come ogni anno, a pochi giorni dall'inizio dei French Open, Novak Djokovic spegne le classiche candeline con la mente già indirizzata verso il secondo slam stagionale. Si apre così la caccia al sedicesimo titolo major e al record del double Career Grand Slam, un sogno che solo a Parigi si può realizzare.

32 primavere e non sentirle, grazie a un fisico eccezionale e a una resilienza degna del miglior ventenne. Compie oggi 32 anni Novak Djokovic, fresco vincitore del torneo Masters 1000 di Madrid e finalista agli Internazionali BNL d’Italia. In un tempo nemmeno troppo lontano, il superamento dei trent’anni era il sintomo di una carriera pressoché al capolinea, nella quale il cedimento strutturale e la minata resistenza alle fatiche del campo erano solite prendere il sopravvento. Ma non oggi e non con atleti come lui. Non solo il serbo, infatti, appare ancora ben lontano dalla resa, ma anche i suoi rivali più “anziani” come Rafael Nadal e Roger Federer che, pur con gli alti e i bassi tipici dei comuni mortali, godono anch’essi di buona salute e sono capaci di sorprendere il pubblico a suon di prestazioni da copertina. Lo scorso anno, nello stesso giorno, il compleanno di Nole emanava tutto un altro sapore. Il campione di Belgrado, difatti, stava affrontando un momento molto difficile della propria carriera, in cui la continuità e i risultati ottenuti fino a due anni prima sembravano una chimera mai più raggiungibile. Ma proprio dall’edizione 2018 dell’evento romano l’inerzia è cambiata. Il feeling che Djokovic avverte da sempre con la capitale italiana e il suo pubblico lo hanno spinto ad arrivare in semifinale, risultato che a quel tempo ha riverberato come un record, dopo le prestazioni al limite dell’orripilante incamerate fino al precedente torneo. In seguito la semifinale sfumata al Roland Garros, per mano del nostro Marco Cecchinato, ha risuonato come un’adunata durante la leva, quasi come un ceffone in pieno viso il cui messaggio insindacabile era “svegliati campione e torna a giocare come sai“. E Nole si è svegliato, rinvigorendo in lui quella belva affamata che, tra il 2011 e il 2016, ha cannibalizzato il circuito maschile assurgendolo ad uno dei giocatori più performanti del tennis mondiale. Da quel momento la storia ha recitato tre slam di fila, il completamento del Career Masters Mille (conquistato con lo scalpo di Cincinnati), la risalita dalla posizione numero 22 alla prima e il ripristino di una dominanza, sebbene meno marcata rispetto agli anni d’oro, nelle gerarchie del tennis odierno. Assieme a lui Nadal e Federer creano il terzetto più vincente e più longevo della storia di questo sport. 52 slam, 95 tornei del Masters 1000 e 11 ATP Finals sono titoli atti a suggellare tre carriere straordinarie che, qualora si interrompessero domani (e non ce lo auguriamo), resterebbero comunque ineguagliabili per decenni. A Novak Djokovic va il merito di non essersi voluto arrendere di fronte alla primigenia superiorità degli altri due avversari e di aver sempre voluto lottare per avvicinarsi il più possibile ai loro record, e per conseguire questo è stata necessaria una caparbietà non indifferente. Il serbo, alcuni giorni fa, ha dimostrato di poter resistere a due maratone pazzesche consecutive e di riuscire a trovare le energie per non mollare nemmeno col serbatoio della benzina in riserva permanente. Forse avrebbe desiderato essere un pochino meno stanco durante la finale capitolina, per onorare il pubblico con una bella partita più che con una sonora vittoria.

Djokovic e nadal, finale Roma 2019
Djokovic e Nadal, finale Roma 2019

Novak Djokovic ora si trova con la testa e il pensiero focalizzati sul Roland Garros, lo slam che più volte lo ha beffato sul più bello e che, nonostante tutto e tutti, ha voluto vincere più di ogni altra cosa al mondo. Quattro finali disputate di cui una sola vinta e una semifinale storica, quella del 2013, persa di un niente. Non resta altro che aspettare la prossima settimana per iniziare ad intuire il possibile percorso del numero uno del mondo, che lo scorso anno si è presentato ai nastri di partenza da testa di serie numero 21, quest’anno da primatista assoluto. Il tempo è stato galantuomo con lui e ci ha dimostrato che un campione, un fenomeno, non disimpara a giocare da un momento all’altro e non smette di credere in se stesso finché non è suonato l’ultimo e inesorabile gong. Auguri a Novak Djokovic e alla sua infinita voglia di vincere.

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