La Coppa Davis 2019 parte già un filo di scontentezza. La storica competizione – solitamente spalmata lungo tutto il corso della stagione – ha subito una modifica radicale, portando un solo weekend di qualificazioni – giocatosi a inizio febbraio – e un grande torneo finale che si disputerà in un’unica settimana a fine novembre.
Lo scenario più cupo, però, riguarda tutte quelle nazioni che non riescono a qualificarsi al gruppo mondiale oppure lottano per passare, nonostante le difficoltà economiche, dai gruppi inferiori ai gruppi superiori. Inoltre, a causa del fatto che per stilare una classifica si prendano in esame i risultati degli ultimi quattro anni, alcune nazioni – come Kenya, Lussemburgo e principato di Monaco – hanno iniziato a sporgere denuncia verso l’ITF.
Il caso più eclatante riguarda la Polonia, federazione che tra le tante si è fatta sentire di più. La squadra polacca, infatti, in virtù del vecchio regolamento avrebbe giocato nel Gruppo I, ma in seguito alla rifondazione della competizione si troverà a giocare nel Gruppo III: un danno morale ed economico non da poco. Gli esponenti della federazione polacca faranno ricorso al CAS (Court of Arbitration for Sport) per richiedere quantomeno un risarcimento. La Polonia, inoltre, ha ricevuto supporto dalle nazioni sopracitate, unite insieme nella convinzione che l’ITF stia distruggendo la Coppa Davis e soprattutto penalizzando le piccole nazioni.
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