Prima giornata di semifinali e prima vittoria inaspettata. Dopo 19 anni dall’ultima volta, l’Australia torna in finale a sorpresa grazie a giovani talenti, ma soprattutto grazie al capitano Lleyton Hewitt.
Thompson/Purcell (AUS) b. Mektic/Pavic (CRO) 6-7(3), 7-5, 6-4
Si prospettava un cammino difficile per l’Australia sin dalle prime battute a causa dell’assenza di Nick Kyrgios, il quale avrebbe sicuramente completato il gruppo. Assenza colmata – a livello di gioco – dal capitano Hewitt e anche bene, dato il trionfo in un match in singolare e dell’importantissimo match in doppio. Il capitano ha pensato bene di fare un cambio all’ultimo minuto, schierando in campo davanti ai campioni croati Mektic e Pavic – e ultra favoriti – la coppia composta da Thompson e Purcell. Infatti, è avvenuta proprio grazie al primo, con l’aiuto del compagno, la prodezza del punto decisivo, dopo 2 ore e 14 minuti di gioco. Il primo set – conclusosi successivamente al tie-break – è stato abbastanza equilibrato: gli “aussie” avevano concesso solo 1 palla break ai croati, subito salvata, ma non erano riusciti ad incrinare il servizio di Mektic e Pavic. Questi ultimi si sono resi protagonisti di alte percentuali di realizzazione al servizio e soprattutto di punti vinti con la prima – 82% contro il 67% degli avversari – Durante il secondo set la storia cambia: i croati concedono di più e i due australiani sono bravi a sfruttare bene il campo per mettere in difficoltá i campioni Slam. La conquista del break e il risultato che ha obbligato a decidere l’incontro al terzo parziale è avvenuto grazie ad un’unica palla break all’11esimo gioco concessa dai croati che Thompson e Purcell sono stati bravi a sfruttare e a difendere per poi chiudere per 7 giochi a 5. Il livello di gioco nel set decisivo è rimasto alto per gli australiani – avevano giá notevolmente alzato le statistiche nel secondo – e Mektic e Pavic non sono riusciti a ritrovare il tennis del primo set, concedendo troppo e non riuscendo neanche a generare più di 4 vincenti, troppo pochi rispetto ai 14 degli australiani. 6-4 è il punteggio del terzo parziale, dopo più di 2 ore di partita, con l’ansia e allo stesso tempo la gioia di terminare l’incontro che avrebbe proiettato il team vincente direttamente in finale, data la parità nei match in singolare.
De Minaur (AUS) b. Cilic (CRO) 6-2, 6-2
Alex de Minaur stupisce il veterano Cilic. Il tennis del giovane De Minaur, talento australiano importantissimo per il Team di Hewitt, dimostra che un tennis ragionato e di “posizionamento” possa essere bello e allo stesso tempo efficace, testimone l’andamento del match di oggi contro Cilic, in cui il croato è stato anche portato molto spesso, dallo stesso De Minaur, a commettere troppi doppi falli ed errori non forzati. È inoltre proprio grazie ad Alex De Minaur che l’Australia ha potuto continuare a sperare, data la precedente sconfitta del compagno Kokkinakis da parte di Coric. Il numero 1 australiano pareggia i conti e riporta la squadra a sognare una finale simile all’ultima vinta a Melbourne contro la Spagna nel 2003. Da parte di Cilic solo commenti negativi riguardo al match; il croato non è mai entrato in partita e purtroppo è il rendimento fisico a parlare: dopo la finale a Tel Aviv, 3 partite su 3 perse per lui.
Coric (CRO) b. Kokkinakis (AUS) 6-4, 6-3
La vittoria di Coric aveva garantito maggiore tranquillità al proprio team, ma l’1-0, particolarmente in Coppa Davis – dove la vittoria è garantita con 2 match – è pericoloso, soprattutto a livello mentale. Thanasi Kokkinakis non è mai riuscito a domare Borna Coric. Quest’ultimo, che quest’anno ha vissuto un periodo di grande forma – campione del 1000 di Cincinnati, e in main draw con Protected Ranking, ha battuto Stefanos Tsitsipas in finale – e continua a fare bene anche con la propria nazionale. Straordinario rapporto positivo tra vincenti e gratuiti per lui, seguito dal 71% di prime messe in campo e 3 palle break convertite per un totale di 65 punti vinti, contro i 50 dell’australiano. Grande vittoria che peró non è bastata ai croati, che comunque hanno sempre lottato per ogni quindici.