Sappiamo ormai tutti che nelle prossime settimane non si giocherà alcun torneo di tennis. Sappiamo che per il momento i tornei annullati sono sette: Indian Wells (1000), Miami (1000), Houston (250), Marrakech (250), Monte Carlo (1000), Barcellona (500), Budapest (250). Sappiamo, stando alle dichiarazioni degli organizzatori, che alcuni tornei potrebbero essere ricollocati in nuova data nel corso del 2020 (India Wells per esempio), mentre per altri l’appuntamento sarà direttamente rimandato al prossimo anno (come nel caso del Maters 1000 di Monte Carlo). Ciò che ancora non sappiamo è come verrà gestito il ranking. Cosa accadrà ai punti dei giocatori? Le ipotesi sono due: la prima, quella più plausibile e imparziale, suggerirebbe di congelare la classifica. Solo in questo caso si eviterebbe di penalizzare pesantemente i giocatori che nel 2019, in questo stesso periodo, avevano ottenuto buoni risultati e ora sarebbero impossibilitati a difendere quei punti. Così si lascerebbe inalterata la classifica fino all’ufficiale ritorno in campo. Questa ipotesi appare chiaramente la più legittima e condivisibile, ma sorgerebbero comunque dei problemi sulla gestione dei punti sia in caso di recupero che di annullamento definitivo. Problemi facilmente gestibili.
La seconda ipotesi sarebbe quella di affidarsi regolarmente al classico sistema dei punti in scadenza. In tal caso il ranking subirebbe uno sconvolgimento non indifferente, con i tennisti costretti a vedersi privati di molti punti senza possibilità di difesa. Solo con Indian Wells Dominic Thiem perderebbe 1000 punti. Potremmo veramente assistere a scossoni davvero clamorosi: il nostro Fabio Fognini, per esempio, uscirebbe dalla top 20; Lajovic, Isner e Coric probabilmente fuori dai primi 40; Andujar e Tiafoe addirittura fuori dalla top 100.
Appare evidente come questa alternativa sia particolarmente scorretta e ingiusta. Andrebbe a punire ogni giocatore in modo diverso: uno che pagherebbe cara questa decisione sarebbe Rafa Nadal, dati i suoi risultati su terra rossa; altri invece potrebbero addirittura giovarne. In più bisogna sottolineare che, in caso di congelamento della classifica, i punti guadagnati lo scorso anno non verrebbero regalati, ma solo prestati fino a quando quegli stessi tornei non venissero rigiocati.
In definitiva, la soluzione da adottare deve prima di tutto basarsi sull’imparzialità; nessun vantaggio e nessuno svantaggio, considerando che ovviamente la soluzione perfetta non esiste e qualcuno rimarrà comunque penalizzato in qualche modo. Non ci resta che attendere decisioni ufficiali per capire come agirà l’ATP in questa situazione di emergenza.