Cosa ci lascia il 2020

Un anno senza Wimbledon, la crescita dei "giovani", la certezza di Nadal, le speranze italiane. Lasciamoci alle spalle un difficile 2020 portandoci comunque via qualcosa

Come sempre alla fine di un lungo viaggio ci si volta indietro e si ripensa a ciò che è stato, cosa ci ha lasciato, cosa abbiamo visto e preso tra ricordi, emozioni, semplici sensazioni. Voltarsi indietro e riguardare questo 2020 è veramente faticoso, anzi, contiamo i secondi che mancano alla fine per lasciarcelo definitivamente alle spalle. Senza elencare qui i motivi per cui attendiamo a braccia aperte il nuovo anno, proviamo insieme a capire cosa ci ha dato quest’anno e più precisamente il circuito Atp, senza dimenticare che per cinque mesi non si è giocato a tennis e che per molti di essi, anche tanti tennisti amatoriali non hanno neanche potuto tenere in mano una racchetta…

Roger Federer Wimbledon 2017

L’anno senza Wimbledon
Era successo altre tre volte nella storia di trovare un anno senza il torneo di Wimbledon: negli intervalli per le due guerre mondiali (dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1945) e negli anni prima del 1877 (poiché ancora non esisteva). Per rendersi conto di quanto sia stato difficile e irreale il 2020 per questo sport basti pensare al fatto che non si è disputato Il Torneo, icona assoluta del tennis, con tutto il suo fascino, la sua storia, le sue tradizioni.

Gli alti e bassi di Novak Djokovic
Se andiamo a vedere invece cosa ci ha detto il campo da tennis, molto particolare è stato il 2020 del numero 1 del mondo. Il realtà per analizzare il suo anno occorre guardare con attenzione anche ciò che è successo fuori dal campo.
La partenza è più o meno la solita con la vittoria (sofferta ma sempre vittoria è stata) agli Australian Open di fine gennaio in finale contro Thiem. Circa un mese dopo Djokovic vince anche a Dubai e tutto sembra andare per il verso giusto. Poi la pandemia di Coronavirus.
Durante il lungo stop succedono cose strane, si va da un Djokovic solidale che regala attrezzature e soldi agli ospedali (anche a quelli italiani) per fronteggiare l’emergenza sanitaria, a un Djokovic che rilascia dichiarazioni abbastanza agghiaccianti su vaccini e cure.
A fine giugno in Serbia, Djokovic organizza (insieme ad altri tennisti) l’Adria Tour, un torneo non ufficiale, a scopo benefico, in attesa che riprenda il circuito vero e proprio. Tutto molto bello, se non fosse che il torneo viene organizzato senza alcun rispetto peri i protocolli di sicurezza Coronavirus (con il nullaosta delle autorità locali) e si trasformi in un vero e proprio focolaio Covid con spettatori e giocatori (tra cui lo stesso Djokovic) contagiati.
Ad agosto si torna in campo sul serio e il numero 1 torna a fare ciò che gli riesce meglio: vincere. Vittoria al Western & Sauthern Open di Cincinnati (che si gioca a New York) e un mese dopo a Roma (altro torneo slittato causa pandemia). Nel mezzo c’è però il fattaccio degli US Open con la famosa squalifica rimediata nel match contro Carreno Busta, con un gesto di stizza, sfortunato, che ci può stare, ma recidivo. Il “finale” di stagione non è migliore, unica nota positiva la finale di Parigi conquistata ma persa poi malamente con Nadal. 
Un anno non certo da buttar via (festeggiate anche le 300 settimane da numero 1 del mondo) ma con molti passaggi oscuri (soprattutto se ti chiami Djokovic e sei, appunto, il numero 1).

Roland Garros-Nadal
Anche un anno assurdo come il 2020 ha comunque avuto le sue certezze e la più grande rimane Rafa Nadal che vince sulla terra rossa di Parigi. Il Roland Garros viene posticipato a fine settembre, non c’è il pubblico, si gioca in una stagione e in un clina diversi dal solito, ma il finale è sempre lo stesso: Nadal che alza la coppa dei moschettieri la domenica (la tredicesima, il ventesimo Slam).
Nel prossimo futuro succederà di vederlo sconfitto a Parigi, accadrà e forse non manca poi così tanto, ma ancora questa scena non è di facile immaginazione, chiudendo gli occhi non si riesce proprio a visualizzarla. Neanche la pandemia è riuscita a spezzare questo legame che lega Nadal a Parigi e per ripartire è un gran bel punto di riferimento.

Tennis – French Open – Roland Garros, Paris, France – October 11, 2020 Runner up Novak Djokovic of Serbia alongside French Open winner Rafael Nadal of Spain as they are presented with their trophies after the final REUTERS/Charles Platiau

Thiem, Medvedev e…Rublev
Il 2020 ha visto il trionfo in uno Slam di un tennista diverso dai Big Trhee. Era già successo in passato (Cilic, Del Potro, Wawrinka) ma la vittoria di Dominic Thiem agli US Open di settembre ha tanto il sapore di un’incoronazione. Ad essa ha fatto seguito un finale di stagione pazzesco da parte di Daniil Medvedev con la vittoria a Parigi Bercy e soprattutto alle Nitto Atp Finals di Londra. Questi “fatti” vanno a completare un processo di crescita dei due tennisti che viene da lontano e uniti all’inevitabile declino di Roger Federer, ci pongono davanti ad un 2021 diverso. Per gli Australian Open di gennaio avremo una griglia di partenza dei favoriti molto diversa rispetto a quella degli ultimi anni, Thiem e Djokovic partono alla pari, Medvedev le incalza da vicino, Nadal è dietro…ci sarebbero anche Tsitsipas (da recuperare), il solito Zverev (ancora indietro) e perché no Sinner…anche se il tennista più pronto per “dar noia” ai grandi (visto anche il processo di crescita avuto dai due sopra) sembra essere il russo Andrey Rublev.
Di cambio generazionale si è parlato tante volte, ma questo 2020 strampalato ci lascia una sensazione molto diversa rispetto agli anni precedenti. 

Jannik Sinner
Le speranze che i nostri colori ripongono in questo ragazzo sembrano crescere di giorno in giorno e forse possono sembrare eccessive, ma la voglia di azzurro-tennis è veramente tanta. Il percorso di Jannik è stato e continua ad essere lineare, equilibrato, senza esondare in terreni dai quali è poi difficile riemergere. Siamo sulla strada giusta. Quanto visto nel 2020 rappresenta l’esatta crescita proporzionata che un grande tennista deve avere, con qualche (atteso) acuto e altrettanti passi falsi. Il talento c’è e lo sappiamo, le altre qualità figuriamoci…L’anno che verrà può regalarci grandi soddisfazioni, senza dimenticare che insieme a Jannik sta continuando a crescere tutto il movimento tennistico italiano.

Un anno senza Federer
Vale un po’ quanto detto per il torneo di Wimbledon, perché Roger Federer non si può non amare e ammirare per quando fatto negli ultimi vent’anni di tennis. Non vederlo sul campo per un anno intero è stato uno shock dal quale è difficile riprendersi, ma questo 2020 ci ha fatto provare anche questa strana sensazione, anticipandoci quanto sarà dura dopo il suo ritiro. Nonostante tutto, Roger Federe ha giocato fino alla sospensione del circuito di marzo, prima di un infortunio che lo sta ancora tenendo lontano dai campi, e nel corso degli Australian Open ha dato vita a una delle sfide più emozionanti di tutto il 2020: l’incontro (vinto) nei quarti di finale contro Tennys Sandgren.

Il Palermo Ladies Open 2020
Chiudiamo sconfinando nel circuito femminile, dopo l’incubo lockdown si è tornati a fare sul serio solo ad agosto 2020, ed il Palermo Ladies Open è stato il primo torneo dei due circuiti a far ripartite il tempo fermatosi a marzo. Poco importa il prestigio del torneo, il fatto che sia stato poi vinto dalla francese Fiona Ferro, il pubblico contingentato.
Finalmente il 3 agosto si è tornati a parlare di tennis dopo una primavera e un’estate passati a discutere di cancellazioni, rinvii e contagiati. Il torneo è stato un vero simbolo di rinascita e di ritorno ad una normalità più accettabile, un punto fermo dal quale si è provati a ripartire.

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