Buongiorno amici ed amiche di Tennis Circus e benvenuti al secondo appuntamento con le previsioni sulla prossima stagione dei migliori giocatori italiani. Dopo la prima puntata dedicata ai “veterani” del nostro tennis, è il momento di scoprire cosa possiamo aspettarci dai nostri tre migliori giocatori: Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti e Jannik Sinner. Questi tre sono i migliori italiani, secondo il ranking, alla fine del 2023 e rappresentano il passato, recente, il presente ed il futuro del nostro movimento, visto la loro giovane età.
Matteo Arnaldi, 22 anni, n° 44 ATP, Best Ranking 41
È la vera grande sorpresa azzurra del 2023. Partito ad inizio anno dai Challenger, arriva a disputare una partita quasi decisiva in Coppa Davis a Malaga contro l’australiano Popyrin. Aspettavo Nardi e Zeppieri, ed invece sbuca fuori “Arnalds” e ti ribalta tutta la situazione. Mi piace da matti Matteo. Ragazzo d’oro a cui non puoi non voler bene. Mi ricorda nelle movenze Demon De Minaur, con un po’ meno corsa e più winner nel braccio, però lui dice di volersi ispirare, con le dovute proporzioni, a Djoker. E scusate se è poco… Nole, il tennista più intelligente e letale della Galassia ATP.
Matteo e Alessandro Petrone, il suo coach, rimangono con i piedi per terra. Per questa stagione non si sono prefissati particolari obiettivi in classifica. Sarebbero felici, e pure io lo sarei, di riconfermare i risultati dell’anno scorso e già non sarebbe cosa da poco. Hanno dichiarato che stanno lavorando a 360° sui colpi di Arnalds, cercando di limare quei difetti che ovviamente il tennis di un ragazzo ancora giovane mostra di avere. Obiettivo, come fan tutti del resto, è quello di migliorare servizio e risposta per cercare di comandare il più possibile durante gli scambi. Io personalmente firmerei per riconfermare la stagione 2023, però se dovesse arrivare qualcosa in più, mica che mi dispiacerebbe. Dico male?
Lorenzo Musetti, 21 anni, n° 27 ATP, Best Ranking 15
È inutile nascondersi dietro ad un manico di racchetta: la stagione 2023 di Lorenzo da Carrara non è stata pienamente positiva. Partita male in Australia, continuata peggio nello swing sudamericano, ha registrato dei buoni risultati nella parte centrale dell’anno, per poi chiudersi malamente con diverse debacle consecutive e la ciliegina sulla torta della sconfitta in Davis rimediata con “MioMiao” Kecmanovic.
Lorenzo, il nostro genietto del tennis, a detta di tutti gli osservatori, è frenato essenzialmente da due limiti: il primo legato ad aspetti caratteriali, a volte il suo approccio alla partita non è ideale, il secondo legato ad aspetti tecnici, riassumibile nella classica espressione “gioca sui teloni”, non chiamandosi Daniil Medvedev. In realtà Lorenzo ha dimostrato di saper giocare con i piedi sulla linea di fondo e comandare da padrone in campo, ma non sempre gli riesce.
E per quanto concerne la sfera psicologica, Tartarini ha ammesso che la futura paternità lo ha destabilizzato e distratto dal tennis in modo determinante. E allora? Cosa aspettarsi per il 2024?. Penso che una volta esaurita la “botta” della paternità, e chi è papà come me sa quel che vuol dire, da questo punto di vista dovrebbe tornare la tranquillità interiore. Invece, l’apporto di Barazzutti entrato un po’ a sorpresa, positiva, nel team nelle vesti quasi di Supercoach, dovrebbe aiutare Lorenzo a “mentalizzarsi” in modo migliore durante i suoi match.
Non è un caso che il miglior Fognini mai visto giocare sia stato quello gestito da Corrado, che è stato in grado di smussare le “spigolosità” del carattere di Fabio, per certi versi molto simile a quello del carrarese. E ho il sospetto che sia stato lo stesso Fabio a fare il nome di Corrado, dato che i due tennisti sono molto amici. Però, ribadisco, è solo una mia idea. In definitiva mi aspetto una “rinascita” di Lorenzo, più tranquillo fuori dal campo, più sereno in campo, in grado quindi di lavorare con maggior determinazione sui limiti tecnici che ancora impediscono al suo tennis i esplodere in tutto il suo splendore.
Jannik Sinner, 22 anni, n° 4 ATP, Best Rankig 4
Su Jannik non c’è molto da aggiungere, è stato già detto tutto nelle ultime settimane, che possiamo sintetizzare così: l’azzurro è nella ristretta cerchia di chi comincia un Major per vincerlo. Jannik nel 2023 è assurto al rango di super Top Player, sconfiggendo, a ripetizione, tutti i giocatori che non era riuscito a battere precedentemente, e trascinando la squadra italiana nella conquista della sua seconda Coppa Davis, dopo quella del 1976.
Jannik è tecnicamente e mentalmente pronto per l’assalto finale alla fortezza Slam, risultato che lo consacrerebbe come più grande giocatore italiano di tutti i tempi, con buona pace di Nick Pietrangeli, e come stella abbagliante di prima grandezza a livello internazionale. Non so se già in Australia gli riuscirà il colpaccio, ma sono certo che, prima o poi, Sinner uno Slam lo vincerà di sicuro, se non di più.
L’azzurro è fatto della stessa sostanza di Djoker: conta solo vincere, sempre. Il suo tennis arricchito dal bagaglio di “variazioni” introdotte dal duo Cahill-Vagnozzi e da un servizio diventato un’arma per dominare i propri game e levarsi dai guai quando serve, come fanno i veri campioni del resto, lo possono proiettare lassù dove nessun tennista azzurro è mai giunto prima dai tempi ormai remoti di Adriano Panatta. Avvertenza per i tifosi di tennis dell’ultima ora: vincere a tennis è questione ardua. Non è semplice. Se Jannik dovesse “fallire” nell’impresa Slam, aspettate a scendere dal carro dei vincitori. Pazientate perché l’ora è ormai vicina.
Roberto “ItalyFirst” Eusebi