Quando sentiamo il suo nome vengono in mente più i suoi lunghi stop che la potenza devastante del suo diritto e questo è un vero peccato. La sfortuna ha avuto sempre un ruolo troppo importante nella carriera di Juan Martin Del Potro, una nemica sempre presente che lo ha limitato molto più dei suoi avversari in campo. A bilanciare questa situazione (per fortuna) è intervenuto sempre il grande carattere e la forza di volontà del gigante argentino che lo hanno sempre aiutato a rimettersi in piedi.
Così a sole 48 ore dall’ennesimo intervento chirurgico,questa volta al ginocchio destro, mentre i suoi colleghi se le davano di santa ragione in terra australiana, Juan Martín del Potro si è nuovamente messo a lavoro, iniziando l’ennesima riabilitazione della sua lunga e sfortunata carriera. Delpo ha postato sui suoi account social “I primi passi” relativi al percorso di guarigione che sta svolgendo al Lennar Foundation Medical Center di Miami.
L’affetto e la vicinanza del mondo del tennis non sono tardati ad arrivare. Dopo aver vinto il match in Australia contro Nick Kyrgios, lo stesso Nadal aveva cosi commentato la notizia della nuova operazione per l’argentino: “Sono quel tipo di notizie che mi rattristano. Proverò a tirarlo su di morale. Spero che con la nuova operazione il problema possa risolversi e che tutti noi potremo vederti presto in campo”.
Tornare più forte di prima, rientrare nel minor tempo possibile, i soliti ritornelli che accompagnano i grandi campioni in queste situazioni difficili, ma per il gigante di Tandil queste frasi assomigliano tanto alle più classiche delle consolazioni, se pensiamo che questo tennista ha trascorso quasi più tempo in riabilitazione che in campo a tirar colpi. Dal gennaio 2008 infatti, anno del suo primo stop, l’argentino si è dovuto fermare ai box 17 volte sottoponendosi a diversi interventi chirurgici tra polsi (il sinistro operato 3 volte), schiena e appunto ginocchia con l’operazione di qualche giorno fa. Al momento non sono ipotizzate date di ritorno all’attività sportiva ma questo sembra non essere una priorità per il tennista argentino, dato che prima dell’intervento aveva dichiarato di avere problemi anche nel compiere normali azioni quotidiane.
Oltre a quanto detto sopra un’altra cosa che ci viene in mente quando sentiamo il suo nome è il pensiero di quanto avrebbe potuto dare in più al mondo del tennis il gigante argentino classe 88 senza i suoi costanti problemi fisici. Sulla sua competitività in condizioni normali c’è poco da discutere e anche le sue ultime apparizioni lo confermano (la grande prestazione nei quarti di finale a Roma contro Djokovic la scorsa primavera, o se andiamo più indietro, i successi ottenuti nel 2018, ultimo anno “accettabile” a livello di presenze).
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“In condizioni normali è quasi inarrestabile” aveva dichiarato sempre Nadal qualche anno fa, e allora viene da chiedersi quanti slam in meno avrebbero lui Djokovic e Federer e quanti in più l’argentino da mettere accanto a quello vinto nel lontano 2009 a New York. Purtroppo però tutte queste considerazioni hanno poco senso, non resta che aspettare di rivederlo “in piedi” ancora una volta.