Juan Martin è vivo, vegeto e gioca bene. Dopo l’inaspettata (almeno sulla carta) sconfitta a Montrèal contro il furente diciottenne Denis Shapovalov, nel primo turno del Masters 1000 di Cincinnati ha vinto un match piuttosto ostico contro Thomas Berdych. In un torneo con così tante defezioni, l’inaspettata voce grossa può essere quella che proviene dalle corde vocali della Torre di Tandil. Dalla sua parte il tabellone sembra essere abbastanza favorevole, considerando il forfait di Federer: Delpo in secondo turno affronterà Krueger, dopo il quale, in caso di vittoria di entrambi, dovrà fronteggiare Grigor Dimitrov. Occhio a non sottovalutare comunque, da quella parte, il fresco vincitore della Rogers Cup Zverev (possibile incrocio tra i due in semifinale).
“Alla fine del secondo set credo di aver giocato il mio miglior tennis”, ha dichiarato Del Potro in sala stampa nel post-partita, riferendosi al tie break dominato per sette punti a uno. “Mi sentivo sicuro col dritto, e il break a inizio terzo set (chiuso sul punteggio di 6-0, ndr) mi ha fatto sentire più forte mentalmente. Penso di aver giocato meglio di Thomas”.
E’ vero, siamo probabilmente ancora molto lontani dai fasti del 2009, in cui l’argentino nel pieno del suo fuoco agonistico battè Roger agli US Open e vinse il suo primo (e fino ad ora unico) Slam della sua carriera, ma le sue qualità tecniche non sono mai state in discussione. Se riuscisse a ritrovare l’equilibrio mentale che, tra l’altro, ritrovò a sprazzi quasi esattamente l’anno scorso nel torneo olimpico aggiungendo un argento al medagliere argentino (perse in finale con Murray) e in Coppa Davis (dove trionfò la sua Nazione, anche grazie a lui), può essere considerato la vera alternativa a un favoritissimo Rafa Nadal. Senza contare il fatto che il toro marocchino potrebbe sentirsi appagato per l’imminente raggiungimento della vetta mondiale, indipendentemente dalle sorti del torneo di Cincy. Facendo volare la fantasia (e, figuratamente, anche Juan Martin), gli head-to-head sono a favore di Rafa (8-5) ma negli ultimi due incontri sul duro a trionfare è stato proprio l’argentino. L’ultimo è stato l’anno scorso, in semifinale a Rio, guarda caso quando la Torre di Tandil diceva di aver ritrovato la condizione mentale oltre che quella fisica.
Dopo la bella prestazione di ieri, siamo (quasi) certi di ritrovare un Del Potro competitivo anche a Flushing Meadows, luogo a lui particolarmente caro per i motivi di cui sopra. E con un Federer che è un’incognita, Wawrinka e Djokovic assenti, un Murray acciaccato, hai visto mai…