C’è veramente poco da commentare sulla finale 2021 degli Australian Open. Novak Djokovic annichilisce Daniil Medvedev ribaltando il pronostico non tanto per il nome del vincitore finale ma per il modo in cui il serbo si è portato a casa il suo nono titolo australiano, il diciottesimo Slam (-2 da Federer e Nadal).
7-5, 6-2, 6-2 in favore del serbo per un match che si è giocato praticamente solo nel primo set anche se il break iniziale in favore di Djokovic aveva già dato delle sensazioni molto positive in favore del numero 1 del mondo. In realtà il break Medvedev riesce a recuperarlo e il set gira soltanto nel finale quando Medvedev cede malamente il proprio turno di battuta: 7-5.
Tatticamente Djokovic è perfetto, mette in campo un tennis preciso fatto di pochissimi errori e Medvedev va completamente fuori giri (limite ancora importante per il talentuoso tennista russo che doveva aspettarsi un Djokovic a questi livelli). Il match praticamente si chiude qui.
Secondo set regalato dal russo che inizia a commettere una serie di errori che vanno poco d’accordo con chi vuole vincere una finale Slam contro Djokovic e si ritrova velocemente sotto 2-0. Il terzo set è un copia-incolla di quello precedente. Ci si aspetta la reazione del russo come fu nella sua altra finale Slam giocata a New York contro Nadal (recupero da 0-2 e break nel terzo), ma questo non avviene.
Il match si chiude in neanche due ore di gioco, un vero e proprio assolo del serbo che per quanto visto nel torneo era veramente poco pronosticabile in questi termini. Partita perfetta e poco altro da aggiungere se non rileggere i numeri spaventosi di Novak Djokovic che in Australia non conosce rivali (sembra che il binomio Djokovic-Melbourne sia ormai inscindibile quanto quello Nadal-Parigi). Questa vittoria cancella anche un 2020 non proprio fortunato per il serbo anche per quanto successo fuori dal campo. Medvedev fa un altro passetto avanti in termini generali (sarà numero 3 del mondo dopo venti vittorie di fila da ottobre ad oggi), ma ci si aspettava molto di più. Il ricambio generazionale in questo tipo di tornei è ancora, per l’ennesima volta rimandato.