Sin dalla sua vittoria a Wimbledon Juniores nel 2008, Grigor Dimitrov, oggi 28 anni e 6 titoli ATP, è stato accostato a Roger Federer. Un po’ per le movenze in campo, un po’ per il rovescio a una mano, tant’è che gli è stata da subito appioppata l’etichetta di “Baby Fed”, con l’auspicio che potesse un giorno ereditare il posto dell’elvetico.
Più stile che sostanza però fino ad ora il bulgaro, che al contrario di Federer (36 anni e 19 Major), non ha ancora trovato il giusto setting mentale e le motivazioni necessarie ad un exploit a livello Slam. Questo forse a causa dei tanti cambiamenti a cui ha sottoposto il proprio team. Di fatto, alla fine del 2013 ha abbandonato l’accademia in cui si allenava a Stoccolma per intraprendere una collaborazione con il coach Roger Rasheed, il quale, a detta di alcuni, avrebbe snaturato “Grisha” del proprio tennis imprimendogli un gioco robotico e poco brillante. Nel 2015 Dimitrov sceglie Franco Davín, ex coach di Juan Martin Del Potro, abbandonato però lo scorso anno poco prima di Wimbledon.
È soltanto dopo cinque sconfitte consecutive al primo round che nell’estate del 2016 l’ex numero 8 delle classifiche decide di invitare nella sua squadra Dani Vallverdu. Malgrado sia uno degli allenatori più giovani dell’intero Tour, l’ex 727 ATP ha già accumulato un’esperienza notevole avendo di recente lavorato al fianco di campioni quali Tomas Berdych e Juan Martin Del Potro. Tuttavia, è stato l’attuale numero uno Andy Murray ad introdurlo nel mondo del coaching. Di fatto, poco prima di ritirarsi dal tennis giocato nel 2010, a soli 24 anni, il venezuelano entrò a far parte del team di Murray in qualità di sparring partner e la sua presenza avrebbe acquistato un’importanza sempre maggiore fino al 2012, anno in cui lo scozzese conquistò il suo primo torneo del Grande Slam a Flushing Meadows.
Ad oggi, possiamo affermare che l’entrata di Dani Vallverdu nella squadra di Grigor Dimitrov abbia rappresentato la svolta nella stagione 2016 e forse dell’intera carriera del tennista bulgaro, finalmente tornato ai piani alti del ranking dopo mesi trascorsi in Top 40. Lo si evince dai numeri e dai risultati raggiunti da Dimitrov a partire dall’agosto 2016, momento in cui, reduce da da sette sconfitte al primo turno (di cui cinque consecutive durante lo swing europeo su terra rossa) ha deciso di appellarsi a Vallverdu consapevole di dover cambiare nuovamente qualcosa per riuscire a riemergere dall’abisso.
PRIMA DI VALLVERDU (Gennaio – Luglio 2016)
1 Turno: Madrid, Roma, Roland Garros, Stoccarda, Queen’s, Olimpiadi di Rio.
2 Turno: Indian Wells, Montecarlo, Washington (bye al 1 R).
3 Turno: Australian Open, Wimbledon.
Quarti di finale: Brisbane, Acapulco, Miami, Toronto.
Semifinale: Delray Beach.
Finale: Sydney, Istanbul.
Ranking: Top 40
DOPO VALLVERDU (Agosto 2016 – ad oggi)
1 Turno: Basilea, Roma.
2 Turno: Shanghai, Miami, Marrakech, Monte Carlo, Stoccarda.
3 Turno: Roland Garros.
Ottavi di finale: US Open, Parigi Bercy, Indian Wells, Madrid, Wimbledon.
Quarti di finale: Rotterdam.
Semifinale: Cincinnati, Chengdu, Stoccolma, Australian Open, Queen’s.
Finale: Beijing, Brisbane, Sofia.
Ora Dimitrov sta provando ad affrontare le cose con una nuova mentalità, impaziente di lasciarsi i momenti difficili alle spalle e di ritornare ad essere quel giocatore che l’intero mondo del tennis conosceva e ammirava.
“Io e Grigor cerchiamo di fissare sia obiettivi a lungo termine che a breve termine”, ha dichiarato Vallverdu ai microfoni di ATP Uncovered. Ci concentriamo per la maggiore su quelli a breve termine. È giusto pensare a dove vuoi essere tra un anno o sei mesi ma lavorare giorno per giorno e settimana per settimana è il modo migliore per progredire.”
Vallverdu, che ha deciso di investire tanto in questo progetto a lungo termine, si dichiara fiducioso verso il futuro, che potrebbe presto vedere Dimitrov fra i primi cinque giocatori del mondo ed eventualmente nell’albo d’oro di uno Slam:
“Siamo appena nella prima fase della nostra collaborazione. Dimitrov ha giocato partite importanti quest’anno ma voglio vederlo più spesso in semifinali e finali. Quelle sono le occasioni giuste per verificare se il lavoro fatto insieme viene fuori nei momenti gusti. Lui ha tante armi a cui attingere: il servizio, il dritto e il lavoro di gambe. Se riesce a sfruttare il suo potenziale con questi colpi, sarà pericoloso per tutti col suo gioco aggressivo.”
IL MIGLIOR DIMITROV NEGLI SLAM
Australian Open: Semifinale (2017)
Roland Garros: Terzo turno (2013, 2017)
Wimbledon: Semifinale (2014)
US Open: Ottavi di finale (2014, 2016)