Novak Djokovic, ex numero uno del mondo, è uscito ieri agli ottavi di finale del torneo di Montecarlo contro l’austriaco Thiem, in due ore e mezza di partita.
Ma il Djokovic che ha salutato il torneo agli ottavi di finale, è un tennista in crescita. La differenza, rispetto alle prestazioni deludenti di Indian Wells e Miami si è vista chiaramente e il suo tennis è andato via via crescendo. Contro Lajovic è servito poco sforzo, contro Coric un po’ di più, mentre contro Thiem, attualmente numero sette al mondo e particolarmente incisivo sulla terra rossa, serviva un gioco che non ha ancora ritrovato del tutto. Intanto però, il gomito sembra finalmente a posto, e la base per la rinascita è proprio la possibilità di giocare in salute e pensare solo a farlo al meglio, senza incognite. D’altra parte, la serenità è ciò che ai tempi d’oro era alla base del suo tennis, e ciò che è mancato nelle ultime stagioni.
Il compito di ricostruirla è arduo e nei mesi passati sono state intraprese diverse strade; Nole ha tentato una ripresa rivoluzionando innanzitutto il suo staff tecnico, dicendo addio al suo storico coach Vajda per affidarsi a Radek Stepanek e affiancare a questo, anche se solo per gli incontri più importanti, il Kid di Las Vegas, Andre Agassi.
Agassi ha avuto il ruolo di consulente non stipendiato, ma le divergenze sono state troppe, l’ultima in ordine di tempo pare riguardasse la decisione del serbo di forzare i tempi dopo l’operazione al gomito e rientrare già nei Masters 1000 americani (dove ha perso due volte alla prima partita), anziché sulla terra come da programma. La richiesta d’aiuto all’ex campione di Las Vegas sarebbe stata dettata dal sentimento di disamore nei confronti del proprio sport, sensazione ormai ben nota dopo la pubblicazione dell’autobiografia di Agassi, incentrata proprio sul difficile rapporto con il tennis. Per fronteggiare questa situazione, Nole ha pensato quindi di rivolgersi a chi prima di lui, si era trovato nella stessa situazione, senza calcolare però che proprio il difficile rapporto di Andre con il tennis avrebbe potuto creare qualche problema, dal momento che lo stesso americano aveva più volte dichiarato di non essere interessato a vedersi all’angolo di qualche giocatore.
Il connubio con Agassi prima, e con Stepanek poi, si è sciolto e adesso pare che Djokovic si sia riavvicinato allo storico Vajda, colui che lo ha allenato per undici anni portandolo in cima alla classifica ATP e nell’Olimpo del tennis. Che sia per il riavvicinamento a Vajda, per il gomito finalmente funzionante o per la ritrovata serenità e brama di vittoria, Nole sembra sulla buona strada per affrontare al meglio i prossimi impegni e magari regalare al suo pubblico un gioco degno dei vecchi tempi.