Dalla prima semifinale maschile in programma quest’oggi, quella tra Novak Djokovic e David Ferrer, ci si aspettava un’interminabile battaglia, scandita da furiosi scambi da fondo campo ed incalcolabili ettolitri di sudore depositati sul manto rossastro. Questo prevedibile canovaccio è stato però disatteso, fornendo spunti tecnici inaspettati, date le caratteristiche di gioco dei due rivali.
L’incipit del primo set è interlocutorio, sia Novak che David tengono il rispettivo primo turno di servizio con disinvoltura. La quiete però è costretta ad abbandonare frettolosamente il campo, in virtù dell’imminente tempesta serba. Djokovic infatti decide di imprimere la prima decisa accelerazione nel terzo gioco, strappando il servizio all’iberico grazie ad una tattica destabilizzatrice per il valenciano: Nole gioca alternativamente un rovescio in top e uno in back, arrichendo queste variazioni con chirurgiche palle corte, costringendo Ferrer ad arrancare spaesato. Gli unici grattacapi per il numero 1 del mondo sono domiciliati nel decimo gioco, quando Ferrer si guadagna una palla break, vanificata da una scellerata risposta a rete su una seconda di servizio piuttosto gracile. Superata questa fugace complicazione il serbo si aggiudica il primo parziale con il punteggio di 6-4.
Il secondo set viene inaugurato da una coppia di palle break a favore di Djoker, prontamente annullate da Ferru con due prime di servizio alle quali nemmeno un formidabile ribattitore come il serbo può opporsi. Nel gioco successivo è l’iberico a portarsi ad un passo dall’aggiudicarsi il turno di servizio dell’avversario. Sul 30-30 pari David recupera in maniera mirabile l’ennesimo drop sciorinato da Djokovic, costringendo il serbo ad un passante effettuato in precario equilibrio: ciò che ne esce è una traiettoria infida e meschina, atta a far giocare una complessa voleè a David, l’esecuzione risulta insufficiente per arginare la chiusura del punto da parte del belgradese, avvalendosi di un lob di struggente bellezza. Nel corso della seconda partita Ferrer racimolerà due palle break, non dando mai la sensazione di poter concretizzare le occasioni faticosamente guadagnate. Come è inevitabile che sia, giunti sul 4-4, è proprio Djokovic a rompere l’equilibrio, conquistando a zero il break decisivo con il solito variegato assortimento di colpi, passando dalla soluzione più deflagrante al tocco più vellutato nel breve volgere di pochi istanti. Il turno di servizio conclusivo è una celere formalità: il campione in carica degli Internazionali d’Italia si aggiudica l’incontro con un doppio 6-4.
Ciò che impressiona della versione più recente di Djokovic è la consolidata capacità di prodursi in prestazioni progressivamente più convincenti, in base al livello di gioco dell’avversario di turno. Tutto questo senza strafare, dando la netta sensazione di essere padrone del gioco anche quando si trova in apparente difficoltà: probabilmente è questa dimostrazione di controllo sulla partita ad annientare la resistenza dei rivali, anche più della tanto decantata straripanza atletica.
Quella di domani sarà la sua sesta finale romana, il serbo è alla ricerca del quarto successo in terra capitolina. Ad attenderlo il vincitore del derby elvetico tra Stan Wawrinka e Roger Federer.
INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA
N.Djokovic- D.Ferrer- 6-4 6-4