Dopo la tanto discussa espulsione dall’Australia, Novak Djokovic è tornato a parlare pubblicamente e lo ha fatto ai microfoni della BBC (l’intervista completa andrà in onda stasera alle 21:30 italiane). In particolare, il numero uno della classifica ATP ha affermato di essere pronto a rinunciare anche ai tornei dello Slam e, di conseguenza, ai suoi sogni di gloria nel caso in cui fosse costretto a vaccinarsi per giocare: “Se questo è il prezzo da pagare lo pagherò”.
Djokovic ha ribadito di non voler essere accostato al movimento no vax, dal momento che la sua è una scelta basata puramente sul diritto di scelta individuale: “Non sono mai stato contrario alle vaccinazioni”, ha affermato, confermando quindi di aver fatto i vaccini da bambino, “ma ho sempre sostenuto la libertà di scegliere cosa mettere nel proprio corpo”.
Riguardo ai motivi che lo hanno portato a prendere questa decisione, il campione serbo ha aggiunto: “I principi del processo decisionale sul mio corpo sono più importanti di qualsiasi titolo. Sto cercando di essere il più possibile in sintonia con il mio corpo. Sto molto attento al discorso del benessere, alla dieta, agli schemi di sonno”.
Nole ha aggiunto che non esclude la possibilità di vaccinarsi in futuro: “Tengo la mente aperta, perché stiamo tutti cercando di trovare collettivamente la migliore soluzione possibile per porre fine al Covid. Capisco che a livello globale, tutti stanno cercando di fare un grande sforzo per gestire questo virus e vedere, si spera, una fine presto a questo virus”.
“Non mi piace che si pensi che abbia fatto qualcosa per ottenere un test positivo al fine andare in Australia”, ha dichiarato riferendosi alle speculazioni giornalistiche intorno alle date della sua positività e dei test effettuati prima di partire per Melbourne.
Djokovic è poi tornato sui complicati giorni vissuti in Australia e sulla sua espulsione ad opera del governo federale: “C’è stato un errore di dichiarazione del visto, ma non è stato commesso deliberatamente. Il motivo per cui sono stato espulso dall’Australia non è da attribuirsi al fatto che non sia vaccinato o all’aver infranto una qualche legge in particolare, ma è il frutto del potere discrezionale del ministro dell’Immigrazione che ha deciso autonomamente di annullare il mio visto in base alla sua percezione che avrei potuto creare un sentimento anti-vax nel paese o in città, cosa con cui non sono d’accordo”