Novak Djokovic prosegue il suo cammino nel Miami Open 2025, mostrando una ritrovata serenità e una crescente fiducia nel suo gioco. Dopo aver superato Camilo Ugo Carabelli e raggiunto gli ottavi di finale, il campione serbo si è concesso ai media per parlare non solo del torneo, ma anche del suo futuro nel circuito e delle giovani promesse che stanno emergendo.
Un record che stuzzica, ma senza ossessioni
Con 99 titoli ATP all’attivo, Djokovic è ormai vicino alla storica cifra di 109 detenuta da Jimmy Connors. Raggiungerlo sarebbe un’impresa straordinaria, ma non è un’ossessione: “Sarebbe incredibile, certo. Connors è una leggenda e ho sempre apprezzato il suo sostegno. Però, rispetto a qualche anno fa, è più difficile per me riuscirci. Vado avanti passo dopo passo, senza sapere per quanto ancora continuerò a giocare, ma finché mi diverto, vorrò competere.”
L’era del ranking è finita: ora conta solo vincere i grandi tornei
Se un tempo essere numero uno al mondo era una priorità, oggi il serbo ha cambiato prospettiva. “Non è qualcosa che mi interessa più di tanto. Se dovesse arrivare grazie ai risultati nei tornei importanti, benissimo, ma non è il mio obiettivo. Ora voglio giocare il mio miglior tennis negli Slam e nei tornei che scelgo con cura. Non inseguo più punti per il ranking, come facevo anni fa.”
Djokovic ha ricordato come in passato fosse tutto pianificato attorno ai punti da difendere e ai tornei da disputare per mantenere la vetta. Oggi, invece, la pressione è diversa: “Non ho più il pensiero di dover giocare per forza la settimana successiva se non ho fatto abbastanza punti. Ora gioco dove voglio, dove mi diverto di più, e cerco di sfruttare al massimo ogni occasione.”

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Il fenomeno Fonseca e la nuova generazione
Uno dei nomi più discussi a Miami è quello di Joao Fonseca, giovane talento brasiliano che sta conquistando il pubblico con il suo gioco esplosivo. Djokovic ha elogiato il diciassettenne, sottolineando la sua maturità e il suo impatto sul tennis sudamericano: “Se ne parla tanto ed è giusto così. È un giocatore completo, potente da entrambi i lati del campo e con un gran servizio. Ma ciò che mi colpisce di più è come gestisce la pressione, considerando la poca esperienza a questi livelli.”
Il serbo ha poi allargato il discorso alle altre promesse del circuito, citando nomi come Jakub Mensik e Learner Tien: “Fonseca è spettacolare, ma non è l’unico. Mensik, ad esempio, è della sua stessa età ed è fortissimo. Questi ragazzi stanno già dimostrando di poter competere ad alti livelli.”
Pur riconoscendo il dominio attuale di Sinner e Alcaraz, Djokovic vede in questi giovani la prossima ondata di campioni: “Sono il futuro del tennis e tra qualche anno potrebbero bussare alla porta dei migliori. È importante per l’intero ecosistema del nostro sport avere nuove stelle pronte a emergere.”
Ludo, risate e un legame speciale con Federico Gómez
Oltre alla competizione, Djokovic trova il tempo per momenti di leggerezza e solidarietà. Prima del match, è stata immortalata una foto di lui che gioca a Ludo con Andy Murray e i rispettivi team. Un passatempo che, a quanto pare, è vissuto con grande intensità: “È un gioco molto competitivo. Alla fine io e il mio agente Mark Madden abbiamo battuto Andy e Carlos Gómez Herrera. Forse è stata una vittoria ancora più soddisfacente di quella in campo!”
Infine, il serbo ha parlato del suo recente allenamento con Federico Gómez, il tennista argentino che ha confessato di aver attraversato momenti di grave depressione. Djokovic ha espresso grande empatia nei suoi confronti: “Tutti abbiamo momenti bui, mentalmente ed emotivamente. Ho letto quello che ha scritto e mi sono ritrovato in molte delle sue parole. Gli ho già detto che, se ha bisogno, io ci sono.”
Djokovic avanza a Miami con la consapevolezza di chi non ha più nulla da dimostrare, ma ancora tanta voglia di vincere. La corsa verso il titolo continua, senza ossessioni, ma con lo stesso spirito competitivo di sempre.