Quattro degli ultimi cinque Slam vinti. Si può descrivere semplicemente con le statistiche il cammino di Novak Djokovic dal luglio dello scorso anno. Un anno dopo, il 32enne di Belgrado, tornato al numero del mondo, ha vinto il suo quinto titolo a Wimbledon, nella più lunga, e forse anche più bella, finale mai vista a Church Road. Da giocatore più forte del mondo sul veloce, Djokovic punta ora allo Us Open, per rendere più grande la propria leggenda. L’obiettivo è arrivare a 17 titoli del Grande Slam, a meno uno da Rafael Nadal e a meno tre dal primatista Roger Federer. In preparazione al Major statunitense, quest’anno, il campione in carica ha deciso di giocare solamente a Cincinnati. Lo scorso anno vinse infatti anche in Ohio e per difendere il titolo al meglio è stato costretto a non partecipare alla Rogers Cup. Ieri, il numero 1 del tabellone, si è garantito il pass per le semifinali del Southern & Western Open, ma i motivi per sorridere non sono poi moltissimi. A oramai due settimane dallo Us Open, infatti, ieri Djokovic è tornato ad avvertire un dolore fastidiosissimo nel gomito destro. In attesa di vedere come evolverà la situazione, cercando di individuare l’entità del problema, il campionissimo di Belgrado è ovviamente preoccupato. Allo scoccare della mezzanotte italiana, Nole dovrebbe scendere in campo contro Daniil Medvedev per le semifinali del Masters 1000 di Cincinnati. Già si vocifera invece di un forfait preventivo per non mettere a rischio il fisico in vista dell’ultimo Grande Slam di stagione.
NUOVI VECCHI DOLORI – Per tanti mesi, tra il 2016 e il 2017, Djokovic ha già giocato con un dolore via via più difficile da gestire. Contrariamente alle indicazioni dei medici, il serbo continuò a competere spingendosi al luglio di due anni fa. Qui ci fu uno primo stop di sei mesi, fino all’Australian Open del 2018. La pausa, tuttavia non fu abbastanza lunga, tanto che anche a Melbourne il gomito era ancora dolorante. Successivamente al Down Under, infatti, l’allora sei volte campione fu costretto ad un piccolo intervento, che effettuato con successo ci restituì il dominatore che avevamo conosciuto fino al Roland Garros del 2016. Riassumendo in breve, Djokovic soffre del cosiddetto “bone bruise” al gomito destro. Non esattamente una patologia, ma che comunque va lesionare i sepimenti ossei che separano una cavità dall’altra, permettendo così la diffusione di liquido nel tessuto spongioso dell’osso.
LE PAROLE DI DJOKOVIC – Proprio per via di questo problema, insieme al proprio staff, Djokovic scelse di rivedere il proprio movimento al servizio, che, nella fase prima dell’impatto, sollecita moltissimo il gomito. Col tempo, invece, l’unico vincitore di tutti i Masters 1000, tornò ad un movimento a lui più familiare, ritrovando e migliorando non di poco la propria efficacia. Non sappiamo di quale entità sia il problema, e fasciarsi la testa, come si suol dire, prima di risultati certi, serve a ben poco. Ciò che preoccupa, Djokovic stesso oltre agli appassionati di tutto il mondo è che proprio durante i servizi il 32enne ha ammesso di avvertire un dolore non banale: “Sentivo tensione al momento di servire, fortunatamente sono riuscito a terminare con una vittoria la partita“. La speranza del campione uscente di Cincinnati è che il dolore possa andar via nei prossimi giorni. Proprio per questo, non volendo appesantire il proprio gomito prima di un torneo importantissimo, non è così scontata la sua presenza in campo nel match di questa sera. Non ci resta che attendere per saperne di più.
8 comments
Dolori o no,sei bravissimo e mi piaci molto.Sei un grande numero uno.
Andrea Rovatti
Andrea Rovatti
Andrea Rovatti
Andrea Rovatti
Ok us open vinto da Nadal…Nole così, federer che dopo Londra pare abbia spento la luce….andiamo bene
Ok us open vinto da Nadal…Nole così, federer che dopo Londra pare abbia spento la luce….andiamo bene
Ok us open vinto da Nadal…Nole così, federer che dopo Londra pare abbia spento la luce….andiamo bene